Il «giallo mediterraneo» di Giorgio Todde diventa un lungometraggio d’animazione, di cui al Noir sarà mostrata un’anticipazione in anteprima assoluta lunedì 4 dicembre, Cineteca Milano Arlecchino, ore 17.30. Ingresso gratuito.
La Sardegna s’inserisce a pieno titolo e con scrittori di ottima qualità nel panorama del cosiddetto «giallo mediterraneo». Giorgio Todde, insieme a Salvatore Niffoi, Marcello Fois, Piergiorgio Pulixi, Gianluca Floris, Flavio Soriga, Francesco Abate e Milena Agus, è il rappresentante di quella che è stata chiamata nouvelle vague sarda che s’è imposta anche a livello internazionale.
Giorgio Todde (Cagliari, 17 settembre 1951 – Cagliari, 29 luglio 2020), medico oculista e ambientalista convinto, esordisce nella narrativa con Lo stato delle anime (Il Maestrale 2001, e successivamente, in co-edizione con Frassinelli; ora di nuovo con Il Maestrale, con la prefazione di Giancarlo De Cataldo). Un romanzo che lo porta subito all’attenzione di pubblico e critica. È l’inizio di una brillante carriera letteraria che corre lungo i primi due decenni degli anni Zero, troppo presto spezzata da un male incurabile. È anche il debutto del personaggio Efisio Marini, imbalsamatore-detective, protagonista di una fortunata serie di noir storici di alta qualità. Da subito, Todde sfodera, con uno stile asciutto e nobile, quella sua capacità di mescolare umano e sovrumano, razionale e irrazionale. Nell’immaginario paese senza tempo di Abinei, il numero degli abitanti è sempre uguale, per superiore ordinamento, e così il numero delle nascite compensa un succedersi di delitti tragicamente raffinati nelle modalità e per simbologia, sui quali si trova a indagare Marini. Il tormentato spirito positivo dello scienziato finirà per contagiare i suoi principali compagni d’avventura: Dehonis, collega di studi universitari, e Pescetto, capitano dell’Arma. I fatti, le cose, si affollano in disordine, però Marini collega fatti e cose, e il cerchio si chiude, anche nell’ordine di una robusta e appassionante storia noir.
Di Todde, scrive Giancarlo De Cataldo nella prefazione alla riedizione del libro: «Peccato averlo perso, quest’uomo solido e gentile, un vero true believer nel potere della cultura. Come tutti i saggi, mai mistico e mai debordante, alieno dal messianismo, fattivo, giusto. Rileggere i suoi romanzi in questa nuova veste editoriale è il modo migliore per ricordarlo e per rendergli onore».
Lo stato delle anime avrà finalmente una trasposizione cinematografica: sarà un lungometraggio d’animazione, diretto da Peter Marcias: il film è attualmente in lavorazione e sarà pronto per l’autunno 2024 per l’uscita al cinema. Dalle prime immagini, è stato preparato un breve teaser, che sarà proposto in anteprima assoluta, lunedì 4 dicembre, alla Cineteca Milano Arlecchino di Milano, nel corso della 33a edizione del Noir in Festival.
Al Noir, Peter Marcias illustrerà la genesi del film e la lunga lavorazione partita tanti anni fa dalla sua Sardegna, grazie ad uno sviluppo con il produttore Gianluca Arcopinto, e ora finalizzata grazie a Nas – New Animation in Sardegna, progetto italiano pioniere sulla formazione permanente e produzione di animazione 2D, focalizzato sulla creazione di contenuti per under 18, sulla sostenibilità e l’inclusione sociale nella filiera audiovisiva. Nato dall’intuizione della Sardegna Film Commission nel 2019 con la collaborazione di Cartoon Italia, Rai Kids e il partner canadese Toon Boom, ad oggi NAS ha già formato con certificazione internazionale più di 90 giovani artisti e illustratori, di cui oltre 50 sono donne, che lavorano tra Cagliari e il resto della Sardegna.
Lo stato delle anime è un’opera prodotta tra l’Italia e la Francia da Capetown Film, Ultima Onda Produzioni, con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna e Regione Île-de-France, Ministero della Cultura, il sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission Bando Filming Cagliari, Nas – New Animation Sardinia e la collaborazione del Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria – Fabbrica del Cinema.
Per il regista Peter Marcias, tra le righe de Lo stato delle anime «emergono una sana pignoleria e un amore per la storia scientifica e la Sardegna, unitamente a un’abile mano di scrittore. A conferma di quanto diceva Sciascia: “la gabbia più vera di uno scrittore è il romanzo giallo”, Todde ha confermato da subito di appartenere alla “via sarda” del giallo».
Peter Marcias (Oristano, 1977) esordisce con numerosi corti, tra cui Olivia, Il Canto delle Cicale e Sono Alice, presentati nei festival internazionali di Taipei, Giffoni, Istanbul e São Paulo. Di seguito realizza la sua opera prima Un attimo sospesi (2008) con Paolo Bonacelli, Nino Frassica e Ana Caterina Morariu, e successivamente I bambini della sua vita (2011) che ottiene il Globo d’Oro per la migliore attrice a Piera Degli Esposti. Nel 2012, Dimmi che destino avrò è presentato al Torino Film Festival, e La nostra quarantena, interpretato da Francesca Neri, è evento speciale alla Mostra di Pesaro e finalista ai Nastri D’Argento. Ha diretto alcuni documentari, Liliana Cavani, una donna nel cinema (2010), presentato alle Giornate degli Autori della Mostra di Venezia e al Moscow International Film Festival, Tutte le storie di Piera (2013), Torino Film Festival e Nastro d’Argento Speciale, Ma la Spagna non era cattolica? (2007) e Silenzi e parole (2017) entrambi riguardanti le tematiche LGBTQIA+. Nel 2018 è al Festival di Trieste, Londra e Guangzhou, con Uno sguardo alla Terra. Nello stesso anno torna alle Giornate degli Autori con il breve film L’unica lezione, dedicato alla figura del regista iraniano Abbas Kiarostami. Nilde Iotti, il tempo delle donne del 2020, con la partecipazione di Paola Cortellesi, prodotto da Mario Mazzarotto per Ganesh Produzioni e Movimento Film, è stato presentato nuovamente alle Giornate degli Autori. Ha ottenuto la candidatura ai Nastri D’Argento, ed è uscito nelle sale italiane e in streaming distribuito da I Wonder Pictures. Uomini in marcia (2023) il suo recente film documentario prodotto da Ganesh Produzioni in collaborazione con Rai Cinema, è stato presentato alla 18. edizione della Festa del Cinema di Roma nella sezione Special Screening. Le sue opere testimoniano un forte interesse per un cinema legato a tematiche artistiche, sociali e politiche.