Un’edizione che rimarrà nella piccola grande storia del genere grazie a protagonisti d’eccezione
Tredici film in anteprima europea o italiana, cinque eventi speciali per il cinema, venti tra romanzi e graphic novel presentati dagli autori nelle affollate conversazioni tra la Casa del Manzoni e la Libreria Rizzoli, sette premi assegnati, tra cui spiccano il Raymond Chandler Award a un gigante del nuovo noir multimediale come Harlan Coben adesso in libreria con The Stranger (Longanesi), il Premio Scerbanenco a Enrico Pandiani con Fuoco (Rizzoli), il Black Panther Award al film di Patricia Mazuy, Bowling Saturne , raro esempio di Noir al femminile, e il Premio Caligari per Piove di Paolo Strippoli. Infine, una giornata di studi promossa dall’Università IULM sullo Stivale Giallo della narrazione italiana di genere.
Questo il sintetico bilancio della fortunata 32a edizione del Noir in Festival che si conclude oggi a Milano nel segno di Quentin Tarantino e del suo film d’esordio Reservoir Dogs che proprio 30 anni fa si rivelava al festival con la consegna di uno «speciale» Raymond Chandler Award al folgorante talento di un regista non ancora trentenne destinato a diventare il più famoso autore della sua generazione. Per questo l’immagine dell’anno 2022, affidata alla matita dell’artista e fumettista Paolo Bacilieri, rappresenta un ponte ideale tra la tradizione del noir e i suoi nuovi orizzonti del nuovo millennio. Al festival del 1992, illuminata dalla presenza di maestri come Jules Dassin o James G. Ballard, è stata dedicata nei giorni scorsi l’anteprima assoluta work in progress del documentario di Davide Rapp e Michele Boroni C’era una volta a Viareggio.
«Thank you, thank you, thank you, ripeteva incessantemente Quentin Tarantino trent’anni fa a Viareggio dove è nato il nostro festival», dicono oggi Giorgio Gosetti e Marina Fabbri che lo dirigono insieme a Gianni Canova per la IULM, che della rassegna è diventata la “casa” a Milano.
«Grazie, grazie, grazie diciamo adesso al pubblico, agli studenti, agli appassionati, al Ministero della Cultura e a Cinecittà News, alla Cineteca di Milano, a Casa Manzoni, alla Rizzoli Duomo, all’Institut français e all’Instituto Cervantes che ci hanno accolti con straordinario calore. Firmiamo un’edizione fortunata come quella del 1992 che abbiamo voluto rievocare, perché siamo convinti che anche quella del 2022 rimarrà nella piccola/grande storia del genere grazie a protagonisti d’eccezione come Maurizio De Giovanni, Vicente Vallés, Donato Carrisi, Maria Oruña, Irvine Welsh, Steven Soderbergh, Patricia Mazuy, Alessio Cremonini, Mark Cousins, Lee Jung-jae e Park Chan-wook. Un festival che oggi nasce e cresce in un campus universitario (unico esempio al mondo) e conquista la città di Milano nei suoi luoghi iconici; un festival dedicato alla scoperta e alle trasformazioni del noir di oggi; un festival che celebra la memoria ma si proietta nel futuro con la nuova sezione del programma dedicata al gaming multimediale; un festival che ha parlato di spie, di Russia e Ucraina, di serialità e cinema, di letteratura italiana ed europea, del maestro del brivido con il memorabile film-ritratto di Mark Cousins, My Name is Alfred Hitchcock. Un festival che ci consegna infine una nuova generazione di talenti italiani come Alessio Cremonini con il suo sorprendente nuovo film, Profeti, Enrico Pandiani con gli indimenticabili antieroi del suo nuovo romanzo Fuoco, il giovanissimo Paolo Strippoli che con Piove rinnova la tradizione di maestri come Bava, Fulci, Lenzi. Appuntamento quindi già fissato al 2023 quando festeggeremo i 30 anni del Premio intitolato a Giorgio Scerbanenco, il pioniere del noir italiano».