Paolo Bacilieri, autore dell’immagine del Festival, ha presentato la nuova graphic novel, Venere Privata, tratta dal primo romanzo con protagonista Duca Lamberti. Un’occasione impossibile da rifiutare.
Articolo di Ariel Conta
Il volto del Noir in Festival quest’anno assume i connotati spigolosi di Quentin Tarantino e delle sue Iene, tratteggiati dalla penna del fumettista Paolo Bacilieri, ospite presso la libreria Rizzoli in occasione dell’uscita della sua graphic novel, Venere Privata (Oblomov).
In risposta alle suggestioni del moderatore Luca Crovi, Bacilieri ha ammesso che dietro al manifesto del festival si cela «la voglia di creare ambiguità tra quella che dovrebbe essere un’immagine unica e il polimorfismo dei fumetti».
Questa indole a scomporre e ricomporre lo spazio della tavola – bianca, muta, compatta – in un caleidoscopio di strisce, riquadri, fumetti, la troviamo anche in Venere Privata, graphic novel tratta dall’omonimo romanzo di Giorgio Scerbanenco. Dunque, tradurre parole in immagini. Una sfida che Bacilieri ha colto al volo, come racconta a Crovi: «È stato Scerbanenco a scegliermi. Mi stavo occupando della biografia di Piero Manzoni quando nella veste del direttore di Linus, Igort mi ha chiesto di tradurre a fumetti Venere Privata. Una richiesta impossibile da rifiutare».
Un’ulteriore complessità deriva dall’ambientazione temporale e spaziale della vicenda: rappresentare la Milano degli anni Sessanta e l’atmosfera di quell’epoca cercando di adattare il proprio sguardo del 2022. Un po’ come cambiare lenti dopo aver per lungo tempo indossato la stessa diottria. In merito a ciò, afferma Bacilieri: «Milano forse è la vera protagonista. Scerbanenco la racconta in maniera molto precisa, come se facesse un ritratto fisiognomico alla città attraverso la toponomastica. E ciò dà una credibilità molto forte ai suoi romanzi. Attraverso la realtà concreta del dove e del come, anche i personaggi acquistano concretezza. Quello che volevo ricreare nella mia trasposizione a fumetti, nella mia Milano scerbanenchiana, è una certa tenerezza in bianco e nero degli anni Sessanta».
Dunque, se alla concretezza dell’ambiente si lega la realtà dei personaggi che lo abitano, allora a un corpo urbano così solidamente strutturato dovrà accostarsi un carattere umano altrettanto solido. Per fare ciò, Bacilieri si è affidato alla tradizione iconica di Duca Lamberti – il celebre protagonista di Venere Privata – e del suo primo interprete, Bruno Cremer: «Impossessarsi fisicamente di un personaggio è un lavoro molto delicato che spesso continua anche in corso d’opera. […] Mi ha messo sulla strada giusta il film di Yves Boisset, interpretato da Bruno Cremer». Tuttavia, c’era qualcosa che mancava al Lamberti di Boisset: «Era troppo pettinato, troppo bello – prosegue Bacilieri –, ma c’è un altro film, del 1965, 317° Battaglione d’assalto, dove Bruno Cremer interpreta questo sottufficiale francese in Vietnam, e lì è Duca Lamberti, perfettamente in linea col personaggio che cercavo».
L’attività del fumettista è altresì attività di regia: il confine tra rappresentato e rappresentabile si inerpica sul limite che separa parola e immagine. «È un gioco quasi di positivo e negativo, quello della trasposizione a fumetti rispetto all’originale letterario. Scerbanenco sfrutta al meglio la sua forza, la parola, descrive anche molto precisamente quando c’è della violenza in corso. Da fumettista devo trasporre la parola in immagini, quello che Scerbanenco descrive a parole non l’ho esibito, e invece ho mostrato i risultati della descrizione». Insomma, un limite da esplorare a colpi d’inchiostro.