Collegato da Londra, Adrian Wootton ha tenuto una masterclass su Graham Greene e John le Carré. Nella seconda parte, ha presentato il libro di Richard Greene, Roulette russa. La vita e i tempi di Graham Greene, edito da Sellerio.
Tra gli appuntamenti fissi del Noir in Festival, uno da segnare nel calendario è certamente l’intervento di Adrian Wootton, amico di lunga data della manifestazione, che nel corso degli anni ha proposto ritratti, riflessioni, suggestioni soprattutto su autori della letteratura e del cinema anglofono.
In questo caso, eccezionalmente in collegamento da Londra, Wootton è tornato su due autori che con il Noir in Festival hanno avuto e continuano ad avere molto a che fare: Graham Greene e John le Carré, Raymond Chandler Award rispettivamente nel 1988, dunque nella prima edizione, e nel 2001, quando il mondo un’altra volta sembrò cambiare in modo radicale.
E proprio il mondo e gli affari umani sono stati al centro della prima parte dell’intervento di Wootton che, attraverso le due biografie dei due autori, tra dimensione privata e pubblica, ha fatto ampio riferimento ai mutamenti internazionali, alle guerre “calde” e a quelle “fredde”, alle amicizie e ai tradimenti che hanno mutato i destini di tante persone.
Quelle di Greene e le Carré sono due traiettorie destinate alla collisione, per motivi artistici (tra i due vi era una profonda stima, testimoniata da recensioni e lettere) e per motivi politici e sociali (il primo ebbe una breve attività spionistica che gli permise di conoscere Kim Philby, il secondo lavorò per i servizi segreti britannici finché proprio l’amico di Greene, Kim Philby, lo tradì facendogli saltare la copertura).
Naturalmente non sono mancati ampi riferimenti ai libri e alle trasposizioni cinematografiche, ma senza dubbio la parte più avvincente è stata quella riferita al complesso legame tra i due che è stato affrontato anche nella seconda parte dell’incontro, quando Wootton ha dialogato con Richard Greene (nessuna parentela con Graham), autore della biografia Roulette russa. La vita e i tempi di Graham Greene, edito da Sellerio.
E anche nella conversazione tra i due è emerso quanto la relazione tra Greene e le Carré navigasse tra la reciproca fascinazione per le altrui opere e la diversa visione della vita, a partire dalla profonda delusione che le Carré provò nei confronti di Greene quando quest’ultimo non cambiò opinione su Kim Philby. A confermare che le piccole vicende personali spesso si incrociano con le grandi trame della storia.