Lo scrittore francese ha ricevuto il Raymond Chandler Award e ha presentato La sconosciuta della Senna, il nuovo romanzo uscito in Italia grazie a La nave di Teseo.
Collegato da Parigi, Guillaume Musso ha ricevuto “a distanza” il Raymond Chandler Award. Intervistato dalla giornalista del «Corriere della sera», Candida Morvillo, lo scrittore francese ha anche presentato La sconosciuta della Senna edito da La nave di Teseo.
«L’origine di questo libro – ha spiegato Musso a proposito della “sconosciuta della Senna” – risale a un fatto di cronaca realmente accaduto verso la fine del Diciottesimo secolo. Era stato ripescato il cadavere di una donna in un terreno vicino alla Senna e il medico legale dell’obitorio aveva fatto una maschera di questa sconosciuta. Una maschera che fu riprodotta e diventò una specie di icona che aveva ispirato diversi autori. Io ho voluto creare una versione contemporanea, con la differenza che nel mio caso la persona ripescata non è morta».
Anche in questo romanzo, lo scrittore ha lavorato su più generi narrativi: «Ho voluto scrivere un romanzo giallo che avesse una connotazione fantastica. In letteratura il fantastico è definito come quel momento di latenza nel quale la razionalità si confronta con un fenomeno che va al di là della comprensione. Ed è un po’ quello che accade alla poliziotta Roxane che, per qualche capitolo, è costretta a portare avanti un’inchiesta irrazionale, dal momento che la persona ripescata era morta in un incidente aereo un anno prima. Amo molto scrivere libri che siano al confine tra i generi».
Come sottolineato da Morvillo, tra i protagonisti del romanzo, c’è anche uno scrittore: «Questo personaggio corrisponde alla volontà di costruire una coppia formata da due figure piuttosto diverse. Da un lato la giovane poliziotta, dall’altro lo scrittore che ha una relazione importante con il proprio padre, anche perché è in uno di quei momenti importanti tra i quaranta e i cinquanta anni, quando ci si deve occupare dei genitori anziani e si vogliono passare momenti felici insieme a loro».
E a proposito dello scrivere: «Per quanto mi riguarda, la scrittura è qualcosa di doloroso che richiede ore e ore di lavoro. Tutte le mattine accompagno i miei figli a scuola e dopo mi chiudo in ufficio dove lavoro dalle nove alle otto di sera. Ed è questa solitudine, questo fatto di essere rinchiuso che mi consente di scrivere. E nei periodi più intensi, finisco per passare più tempo con i miei personaggi che con la mia famiglia o con gli amici».
«La scrittura – ha proseguito Musso – rappresenta per me una distrazione, nel senso etimologico del termine, cioè qualcosa che mi distoglie dalla vita, che mi consente di essere proiettato verso l’esterno».
Alla fine dell’incontro, Elisabetta Sgarbi, l’editrice di Musso, ha ritirato il Raymond Chandler Award, ossia il doblone Brasher, una rara moneta d’oro coniata nel 1787 che prende il nome dall’incisore. Fu proprio Philip Marlowe, ne La finestra sul vuoto (The High Window, 1942) a doverla recuperare dopo che il prezioso oggetto venne rubato alla vedova del collezionista Murdock.