Il grande parco di Villa Pamphilj, a due passi dal Vaticano, ha due volti molto diversi: di giorno è un giardino che accoglie bambini, anziani e sportivi; di notte si trasforma in rifugio per senzatetto, drogati e prostitute. All’alba di una gelida mattina di gennaio, una di loro viene trovata senza vita, brutalmente uccisa con un’arma da taglio. La vittima aveva poco più di vent’anni, viveva da sola, si vendeva per pagarsi l’università e sperare in un futuro diverso. L’omicidio sconvolge il commissario Ansaldi e i suoi agenti, perché apre uno squarcio inatteso di disperazione nella tranquilla routine del loro quartiere. In più, arriva proprio nel momento peggiore, a due settimane da un delicato vertice politico tra i principali capi di Stato europei, con gli occhi del mondo puntati sulla capitale. Per scongiurare clamori, le autorità cittadine vogliono che l’indagine si concluda rapidamente e in silenzio: per i Cinque di Monteverde è appena iniziata una terribile corsa contro il tempo.
François Morlupi esordisce nella narrativa nel 2018 con il noir Formule Mortali che si aggiudica diversi premi letterari nazionali di genere. Sempre nel 2018 inizia la sua collaborazione con il sito web Thriller Nord. Nel 2020 esce il suo secondo romanzo, anch’esso di genere noir, Il colbacco di Sofia. Nell’aprile 2021 pubblica Come delfini tra pescecani, romanzo che inaugura la serie dei Cinque di Monteverde e che lo fa conoscere al grande pubblico. Con questo libro vince il Premio Scerbanenco dei lettori. Riconoscimento che si aggiudica anche quest’anno con Nel nero degli abissi, la seconda indagine dei poliziotti del quartiere romano di Monteverde. I protagonisti di questa serie non sono affatto vicini alla figura dei supereroi. Sono personaggi ordinari. A guidare la squadra è il commissario Biagio Maria Ansaldi, un professionista integerrimo che ha superato i cinquant’anni e i cento chili di peso. Soffre di ansia, di attacchi di panico e di ipocondria. E si rifugia nell’arte dei suoi amati pittori del Novecento. Ad accompagnarlo in ogni sua indagine il fedele cane di nome Chagall.