Lo scrittore napoletano è stato protagonista di due incontri condotti da Luca Crovi. Nel primo si è parlato delle graphic novel tratte dalle storie del commissario Ricciardi
Il Noir in Festival ha intercettato Maurizio de Giovanni all’inizio della sua traiettoria letteraria, seguendone quasi per intero il suo percorso. Edizione dopo edizione, romanzo dopo romanzo, in parallelo abbiamo scoperto i personaggi che uscivano dalla penna dello scrittore napoletano: dal commissario Ricciardi all’ispettore Lojacono (e con lui i Bastardi di Pizzofalcone), dalla dottoressa Gelsomina Settembre, detta Mina, a Sara Morozzi, la donna invisibile. Uomini e donne apparse in libri, racconti, serie televisive e, da qualche anno, nei fumetti.
Il primo dei due incontri che il Festival ha dedicato a de Giovanni, condotto da Luca Crovi, si è concentrato sulle graphic novel che Sergio Bonelli Editore ha pubblicato e Paolo Terracciano (ospite in diretta streaming), Claudio Falco e Sergio Brancato hanno sceneggiato.
«Come tutti quelli della mia generazione – ha svelato de Giovanni –, sono un appassionato di fumetti, sono cresciuto con l’idea che questo prodotto fosse un ponte fra la parola scritta e l’immaginazione. Quando Sergio Bonelli Editore mi ha avvicinato, proponendomi di realizzare fumetti dal commissario Ricciardi, ne rimasi estremamente onorato ma anche sorpreso, perché a mia memoria la Bonelli non aveva mai utilizzato personaggi esterni».
E dunque è nata un’operazione particolare nel suo genere, soprattutto perché de Giovanni, nella trattativa con l’editore, ha ceduto gratuitamente i diritti delle proprie opere a patto che venissero impiegati disegnatori, inchiostratori e sceneggiatori campani. «In realtà, non sono un pazzo, io sapevo che un prodotto qualitativamente straordinario avrebbe fatto da traino pubblicitario fortissimo per i miei romanzi. E così è stato. Ho ricevuto dai fumetti un maggior numero di nuovi lettori di quelli arrivati dalle fiction. E questo perché i lettori di fumetti sono più vicini alla lettura di quanto lo siano gli spettatori televisivi».
«La prima sfida – ha raccontato Terracciano, sempre interpellato da Crovi – era capire come i lettori bonelliani avrebbero potuto incontrare quelli di Maurizio e del commissario Ricciardi. Ovviamente, non avevamo una formula. Siamo partiti dai primi quattro romanzi facendo una scaletta e cercando il linguaggio giusto per adattare i testi. Non è stato semplice perché sono libri complessi, al di là della trama. In ogni romanzo è presente una ricerca stilistica diversa».
La giornata di De Giovanni è proseguita a Rizzoli Galleria con la presentazione del suo nuovo romanzo, Volver.