Il prestigioso premio alla carriera del Noir in Festival sarà consegnato alla scrittrice statunitense il 5 dicembre
È un grande privilegio per il Noir in Festival celebrare quest’anno, con il premio alla carriera intitolato a Raymond Chandler, Joyce Carol Oates, la più grande scrittrice statunitense vivente, autrice di alcune delle opere più significative del nostro tempo, quasi tutte con al centro un’inesorabile e lucida indagine sulle mille incarnazioni del male, che attraversa l’individuo come la società.
Il festival, in programma a Milano dal 2 al 7 dicembre prossimo, annuncia quindi, in collaborazione con La Milanesiana ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi e in accordo con La nave di Teseo, la prima protagonista d’eccezione della XXXIV edizione. Joyce Carol Oates sarà a Milano ospite del Noir in Festival nelle giornate del 5 e del 6 dicembre e riceverà il Raymond Chandler Award il 5 dicembre al Teatro Franco Parenti presentata da Antonio Monda.
Joyce Carol Oates è nata a Lockport, nello stato di New York. Dopo aver vissuto tra Stati Uniti e Canada, dal 1978 vive nel New Jersey. Ogni anno è in tra i forti candidati del Nobel e più volte finalista al Premio Pulitzer per le sue oltre settecento storie tra romanzi, racconti, memoir, opere teatrali, narrativa per ragazzi, saggi e poesie, opere che hanno ricevuto numerosi importanti riconoscimenti, tra cui ricordiamo: la National Humanities Medal, il National Book Critics Circle Ivan Sandrof Lifetime Achievement Award, il National Book Award e il PEN/Malamud Award for Excellence in Short Fiction. Ha insegnato scrittura creativa alla Princeton University dal 1978 al 2014 ed è professore alla UC Berkeley e alla Rutgers. È membro dell’American Academy of Arts and Letters dal 1978.
Dal 1963 Oates ha scritto più di un centinaio di romanzi e saggi, cimentandosi con i generi più diversi, curando il suo stile unico, toccando temi diversi come la famiglia, le origini, la violenza sulle donne, l’innocenza e la sua violazione, l’amore come un’esperienza sconvolgente, denunciando la corruzione, il razzismo e il sessismo insiti nella cultura americana e confermandosi una scrittrice fondamentale, spietata e meravigliosa. Al centro della sua narrativa è il male: talmente naturale da diventare il motore di molte sue storie e la materia stessa dei suoi personaggi.
Per quest’occasione la scrittrice ha dichiarato: «È un grande onore ricevere un premio il cui primo vincitore è stato Graham Greene, un maestro del genere letterario che combina il mistero con un forte nucleo morale, le energie propulsive della suspense con i poteri permanenti del mito e il brivido della narrazione che è la nostra eredità più antica. Il thriller è il veicolo, il noir è il paesaggio, una visione della vita che è, per molti, il più accurato degli specchi in cui si riflette la vita».
Da sempre presente nel panorama editoriale italiano, negli ultimi anni la pubblicazione delle opere di Joyce Carol Oates è curata de La nave di Teseo che ha dato alle stampe, tra gli altri: Ho fatto la spia (2020), Una brava ragazza (2020), La figlia dello straniero (2020), Pericoli di un viaggio nel tempo (2021), Blonde (2021), La notte, il sonno, la morte e le stelle (2021), Sorella, mio unico amore (2022), L’altra te (2022), Respira (2022), Babysitter (2023), Dammi il tuo cuore (2023), La madre che mi manca (2024) e, con il marchio La Tartaruga, la raccolta di racconti Circostanze attenuanti (2024). A novembre uscirà, sempre per La nave di Teseo, il suo nuovo libro Il macellaio.
Dal 1976 al 2022 il cinema ha prodotto 25 opere tra lungometraggi e corti tratti dai suoi libri, tra cui la più popolare è il recente Blonde (2022), il film di Andrew Dominik sulla vita di Marylin Monroe, candidato all’Oscar, ma ricordiamo anche Foxfire (1996), di Annette Haywood-Carter con il debutto di Angelina Jolie, e il remake francese di Laurent Cantet del 2012, Ragazze cattive.