Menzione speciale della giuria a «Parmi nous». A «L’ultima notte di Amore» il Premio Caligari. Tony Sperandeo riceve dal Festival, il Premio Luca Svizzeretto
La giuria per il concorso internazionale del Noir in Festival 2023, composta dal regista spagnolo Jaume Balagueró (presidente), dal fondatore e co-direttore del FrightFest di Londra Paul McEvoy e dalla fondatrice e cantante de La Rappresentante di Lista, Veronica Lucchesi, ha attribuito all’unanimità due riconoscimenti ai film:
Black Panther Award 2023 a
Femme di Sam H. Freeman e Ng Choon Ping
con la seguente motivazione:
«La giuria ha deciso di assegnare il Black Panther per il miglior film del Noir in Festival a Femme di Sam H. Freeman e Ng Choon Ping. Un’opera eccezionale, contemporanea e di vitale importanza, che esplora temi attuali come la questione di genere e le relazioni tossiche. È doveroso sottolineare la straordinaria interpretazione del protagonista, Nathan Stewart-Jarrett. Il film è intenso, teso, con una narrazione magistrale».
Menzione speciale della giuria a
Parmi Nous (Animalia) di Sofia Alaoui
con la seguente motivazione:
«La giuria del Noir in Festival assegna inoltre una menzione speciale ad Animalia, un racconto di fantascienza emotivo e filosofico, opera superlativa di Sofia Aloui, un meraviglioso talento emergente».
La giuria popolare composta da 70 tra studenti IULM e appassionati di cinema, e guidata dal regista Brando De Sica (presidente), dal giornalista e direttore di festival Maurizio Di Rienzo e dalla giornalista Nicole Bianchi, ha per maggioranza di voti assegnato il Premio Claudio Caligari per il miglior film noir italiano dell’anno a
L’ultima notte di Amore di Andrea Di Stefano
Il Noir in Festival ha deciso di assegnare il Premio Luca Svizzeretto – Independent Spirit Award, intitolato a un giornalista, amico e collaboratore del Festival scomparso nel 2016, a: Tony Sperandeo
L’attore, tra i protagonisti di The Garbage Man di Alfonso Bergamo ha dichiarato: «Dopo più di cento film e tante puntate di serie TV, ricevere un premio è prima di tutto la conferma che sono vivo e che chi guarda capisce che in ogni ruolo metto la mia faccia e la mia personalità. In carriera ho fatto anche il “buono” ma mi si ricorda sempre come “il cattivo”. E ne sono contento perché è un ruolo più difficile, un personaggio a cui devi dare ogni volta un’anima, una ragione che lo faccia restare nella memoria dello spettatore».