Ultimo appuntamento alla libreria Rizzoli, con Luca Crovi e Paolo Maggioni che presentano rispettivamente Il mistero della torre del parco e La calda estate del commissario Casablanca.
Articolo di Ariel Conta
«Devi portarli da un’altra parte», queste le parole che Luca Crovi si è sentito rivolgere quando, nel 2020, gli venne affidato l’incarico di scrivere una storia a puntate di genere noir per le pagine de «Il Giornale». Era marzo, il mese più critico della pandemia. Gli scritti di Crovi, racconta egli stesso, venivano pubblicati «tra la prima pagina, dove c’erano notizie tragiche, e la pagina culturale»: dunque, una vicenda che già dapprincipio si incunea tra tragedia e cultura, due coordinate cardine del genere noir. Una raccolta di storie nate sotto il segno dei pesci, e riunite nel volume Il mistero della torre del parco e altre storie (SEM), adesso in libreria.
Anche Paolo Maggioni – giornalista di radio e televisione – si è ritrovato a scrivere in pieno lockdown, dando vita a La calda estate del commissario Casablanca (SEM), suo esordio nel giallo. I due scrittori, in una conversazione moderata da John Vignola, hanno raccontato alla folla radunata nella libreria Rizzoli della Galleria Vittorio Emanuele tutti i particolari dello scrivere in isolamento. Ma non è questo il solo tratto che li accomuna: la trama e ordito di queste esistenze risiede nella città di Milano, raccontata nella sua splendida ambiguità.
Paolo Maggioni rivela che dietro al suo nuovo libro si cela il desiderio «di raccontare una storia che avevo conosciuto bene, quella dell’emergenza della migrazione del 2016. Una storia che avevo addosso, che volevo mettere su carta». Infatti, come sottolinea Vignola, il romanzo narra «una vicenda che intreccia la marginalità degli immigrati, la delinquenza comune e lo sfruttamento di chi è in difficoltà. Diversi piani di realtà che vengono affrontati». Un noir senza omicidio, in cui si scopre un’umanità afflitta proprio come la città che la ospita, una città cui l’autore cerca di «dare una rotondità, una visione laterale», come afferma egli stesso.
Ed ecco che torniamo nuovamente a Lei, a Milano: una città-fisarmonica, come sostiene Maggioni, che fa da sfondo anche alle vicende raccontate da Crovi. Il mistero della torre del parco, infatti, ripercorre per tappe la metropoli lombarda, per rispondere al bisogno di evasione evidenziato dalla redazione de «Il Giornale». Questo viaggio avviene anche attraverso delle fotografie: «delle cartoline che Riccardo Bauer riceveva dagli amici quando era al confino – spiega Crovi –. Perché lui diceva che vedere Milano lo ricaricava. Tutte le immagini che vedete, sono un viaggio a Milano, sono il viaggio di qualcuno che era detenuto».
Isolamento, città ferita, condivisione: queste le parole d’ordine delle opere di Crovi e Maggioni. E chissà a quali mete ci porteranno questi romanzi. Non resta che incamminarci, un capitolo per volta, una parola dopo l’altra.