La guerra in Ucraina è stata, fin dall’inizio, ricca di colpi di scena. Ma il colpo di scena, in guerra, significa che c’è stato un errore. Errori essenzialmente imputabili ai servizi di informazione. Nella guerra in questione, gli errori sono stati madornali, sia da una parte che dall’altra: le intelligence russa e americana hanno sostanzialmente fallito. Un esempio di inefficienza fra i tanti di cui si leggerà: entrambe le parti erano certe che si sarebbe trattato di una guerra lampo, che in una decina di giorni il mastodontico esercito russo avrebbe spazzato via la resistenza ucraina. In questo libro, Aldo Giannuli mette in campo la propria competenza nel campo dei servizi segreti per analizzare l’operato delle agenzie, e i loro sbagli, nella guerra ucraina. Nel farlo dà ampio spazio alle proprie conoscenze di storico. Per comprendere il ruolo e le scelte dei servizi, e il significato stesso della guerra in corso, è necessario inserire i fatti attuali in un percorso, in un contesto, capire la «Russia profonda» e la lunga storia della Russia come «impero a trazione militare». Con la consapevolezza che «quello che si sta svolgendo in Ucraina è, senza dubbio, il conflitto più rilevante dopo il 1945». Continuare a commettere errori potrebbe essere disastroso.
Aldo Giannuli è ricercatore in Storia Contemporanea all’Università degli Studi di Milano e per diversi anni, è stato consulente delle Procure di Bari, Milano (strage di Piazza Fontana), Pavia, Brescia (strage di Piazza della Loggia), Roma e Palermo. Dal 1994 al 2001 ha collaborato con la Commissione Stragi ed è salito alla ribalta delle cronache giornalistiche quando, nel novembre 1996, ha contribuito alla scoperta di una grande quantità di documenti non catalogati dell’Ufficio Affari Riservati del Ministero dell’Interno, nascosti in quello che poi è stato definito come l’“archivio della via Appia”. Frutto di quella stagione di studio e ricerca, sono stati diversi volumi, tra cui quelli per «L’Unità» raccolti in Strategie della tensione (2005), Bombe a inchiostro (2008), L’abuso pubblico della storia (2009) e Il noto servizio, Giulio Andreotti e il caso Moro (2011). In seguito ha esplorato nuovi ambiti di ricerca storica contemporanea, con particolare attenzione al ruolo dell’intelligence e dell’open source intelligence nella società dell’informazione e alle sfide che la Globalizzazione e la crisi dei processi di modernizzazione, tradizionalmente intesi, pongono al mondo contemporaneo. In questo solco si inseriscono i volumi Come funzionano i servizi segreti (2009), 2012 la grande crisi (2010), Come i servizi segreti usano i media (2012), Uscire dalla crisi è possibile (2012), Guerra all’Isis (2016). Più recentemente ha pubblicato La strategia della tensione (2018), Storia della “Strage di Stato” (2019), Mafia mondiale (2019) e Coronavirus: globalizzazione e servizi segreti (2020).