Laura Lippman ha parlato del suo nuovo libro La donna del lago e, soprattutto, dei personaggi principali: Maddie Schwarz e Cleo Sherwood.
Collegata da Baltimora, Laura Lippman ha virtualmente inaugurato la XXXIa edizione del Noir in Festival con un giorno d’anticipo rispetto all’apertura della manifestazione che ha inizio oggi nelle sale della IULM (i finalisti del Premio Caligari) e presso il Teatro Filodrammatici (i finalisti del Premio Scerbanenco). Intervistata dalla scrittrice e giornalista Annarita Briganti, Lippman ha parlato del suo nuovo libro La donna del lago (Bollate Boringhieri) e, soprattutto, dei due personaggi principali: Maddie Schwarz e Cleo Sherwood.
«La figura di Maddie è ispirata al personaggio di un romanzo di Herman Wouk, Marjorie Morningstar. Un libro che mi capita di rileggere ogni anno. Ma è stato solo nel 2017, credo, o forse nel 2018, che mi sono resa conto che la donna che osserviamo alla fine del romanzo ha 39 anni. La vediamo attraverso gli occhi di un uomo che la desiderava, che non l’ha mai avuta e che alla fine è anche contento che sia andata così perché la trova invecchiata. Non avevo mai notato questo dettaglio. A quell’età, io avevo appena iniziato a scrivere romanzi, mi aspettavano tanti cambiamenti importanti e, invece, lei in quel contesto è definita come una donna anziana. Così ho iniziato a pensare al fatto che qualcuno del tuo passato possa arrivare nella tua vita e indurti a ricordare quello che avresti voluto fare, quali ambizioni avevi da giovane. Questo era il mio interesse principale. Avevo intenzione di scrivere una storia su una donna che vuole contare, che cerca un elemento che dia senso alla sua vita. Inizialmente, non pensavo di farla lavorare in un giornale. Mi preoccupano un po’ gli ex giornalisti che scrivono romanzi, perché potrebbero descrivere dei particolari che non interessano a nessuno. Tuttavia, mio padre era giornalista ed è morto quattro anni prima che iniziassi a scrivere questo libro. E ho capito che una storia ambientata nel 1966 su una donna che cerca di entrare in una redazione mi avrebbe permesso di ripercorrere la vita di mio padre. Perciò aveva molto senso che Maddie diventasse una giornalista».
«Cleo Sherwood è ispirata alla misteriosa morte irrisolta di una donna di nome Shirley Parker. Ed è una storia che, anche se sono cresciuta a Baltimora, non conoscevo finché non ho lavorato al giornale decenni dopo. La morte misteriosa di una afroamericana, non imputata a un omicidio, non doveva rappresentare una grande notizia. Se non fosse stata trovata nella fontana del parco, probabilmente non avremmo mai sentito parlare di lei. Il fatto, invece, a me interessava molto e nel periodo in cui ho iniziato a realizzare questo libro, ricorreva l’anniversario della nascita del regista e scrittore Billy Wilder. Su Internet circolavano le sue regole su come scrivere. E tra i punti di questa specie di decalogo, si diceva: ruba, ruba con intelligenza. E poi si affermava: cattura l’attenzione del pubblico. E pensavo: Billy Wilder ha raccontato la storia di Viale del tramonto attraverso la voce di un morto. Dunque, perché non posso farlo anche io? È molto importante che ne La donna del lago si senta la voce di Cleo Sherwood. Che sia la prima e l’ultima voce del libro, perché in questa storia si parla di come una vittima possa sparire in un’indagine d’omicidio. Che si tratti di un giallo, di un podcast o di un reportage, si tende a parlare dell’investigatore o addirittura dello scrittore. E io volevo scrivere di una vittima, di una donna morta che in qualche modo torna a vivere nella mente del lettore.
Per rivedere tutto l’incontro: https://www.youtube.com/watch?v=RitpN80LKrg