Il festival celebra due formidabili irregolari del cinema mondiale che hanno esteso i confini del genere oltre la tradizione classica, ai confini dell’horror.
La XXX edizione di Noir in Festival si svolge dall’8 al 12 marzo con una maratona speciale di pre-apertura nella giornata di domenica 7 marzo. Il programma completo del più celebre festival di genere in Italia sarà annunciato dalla direzione (Giorgio Gosetti, Marina Fabbri e Gianni Canova per l’Università IULM di Milano) tra un mese, ma le attività e i festeggiamenti per il trentennale sono già cominciati alla fine dello scorso dicembre con la presentazione dei finalisti del Premio Giorgio Scerbanenco che per il 2020 ha visto vincitore Tullio Avoledo con il romanzo Nero come la notte (Editore Marsilio).
Dopo una carrellata di incontri con alcuni “campioni” della narrativa italiana di genere, sarà la volta, durante il mese di febbraio, della presentazione dei sei finalisti del Premio Claudio Caligari per il miglior film italiano di genere dell’anno 2020, promosso da Noir in Festival insieme a IULM.
«Siamo però orgogliosi dicono Giorgio Gosetti e Marina Fabbri , di anticipare già oggi due degli appuntamenti imperdibili dell’edizione di marzo. Saranno con noi, due maestri del cinema del mistero come Kiyoshi Kurosawa (vincitore del Leone d’argento alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia) e Brian Yuzna, a cui sarà consegnato il Premio Luca Svizzeretto per il miglior “maverick” del genere. Li vogliamo celebrare come due formidabili “irregolari” del cinema mondiale che hanno esteso i confini del noir oltre la tradizione classica, ai confini dell’horror. L’uno fin dal 1997 con un capolavoro come Cure, l’altro celebre per la sua collaborazione con Stuart Gordon e poi talento multiforme come regista, produttore, scopritore di talenti tra America, Spagna, Indonesia tra gli anni Novanta e gli anni Duemila».
Per tutto il mese di febbraio sui canali social di Noir In Festival si vedranno poi gli “auguri” per il Trentennale inviatici da amici, scrittori, registi e sceneggiatori che in questi anni hanno accompagnato la crescita del Festival facendone un punto di riferimento per gli amanti del noir in tutto il mondo. Seguiteci per scoprirli tutti!
Premio Luca Svizzeretto – Independent Spirit Award
Intitolato a un giornalista, amico e collaboratore del Festival scomparso nel 2016 dopo una coraggiosa battaglia con il morbo di Crohn, il riconoscimento premia ogni anno un personaggio anticonvenzionale del cinema italiano. Negli anni è stato consegnato a: Ruggero Deodato (2016), Enzo G. Castellari (2017), Sergio Stivaletti (2018), Claudio Bonivento (2019).
Kiyoshi Kurosawa
Nato a Kobe nel 1955, è oggi uno dei massimi esponenti del cinema giapponese ma la sua vocazione come maestro del cinema di genere lo ha visto esprimersi anche come sceneggiatore, scrittore, critico. Esordisce nel 1983 con un “pinku eiga” come Kandagawa Wars, prodotto direttamente per il fiorente mercato dell’home video, sull’onda di una generazione di talenti che conta anche Takashi Miike e Hideo Nakata. Appassionato alle tematiche del mistero e all’horror, scrive e dirige una quindicina di titoli che svariano dalla commedia ai film di yakuza in poco più di dieci anni. Debutta nel circuito commerciale nel 1997 con Cure, che gli dà fama mondiale anche per il quasi contemporaneo successo di Ringu (diretto da Hideo Nakata) o le assonanze con il lavoro di Takeshi Kitano (Hana-Bi) e mette a fuoco la sua attenzione per la rappresentazione dell’angoscia e del disagio sociale attraverso le inquietanti atmosfere dell’horror. Insieme a Kairo (presentato a Cannes nel 2001) rimane uno dei capisaldi del suo stile sofisticato e influenzato dal rinnovamento dei modelli americani. Tra i suoi capolavori che gli hanno valso l’omaggio di grandi istituzioni (Museo del Cinema di Torino e la Cinémathèque Française) e festival internazionali: Bright Future (2003), Tokyo Sonata (2008), Seventh Code (2013), Creepy (2016), To the Ends of the Earth (2019) in cui riassume le principali tematiche del suo stile. Nel 2020 ha vinto il premio della regia alla Mostra di Venezia con la spy story, La moglie della spia.
Brian Yuzna
Nato a Manila nel 1949, cittadino americano, cresciuto tra Nicaragua, Porto Rico e Panama, si stabilisce ad Atlanta (Georgia) nel 1960 e poi in North Carolina facendo mille mestieri, dal falegname al cameriere. Debutterà nella produzione cinematografica solo nel decennio successivo a fianco del suo grande amico, Stuart Gordon, con un sorprendente successo indipendente come Re-Animator (1985), cui seguiranno altri titoli horror come From Beyond e Dolls. Debutta come regista nel 1989 con un supernatural thriller che ha fatto epoca, Society, a oggi forse il suo capolavoro per la carica di critica sociale che cela dietro la facciata del racconto di genere. Benché Hollywood gli apra le porte grazie alla sua sceneggiatura di Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi (1989), sceglierà una maggiore libertà creativa specializzandosi nei sequel, spesso fuori dal circuito commerciale ufficiale, da The Bride of Re-Animator a Silent Night, Deadly Night 4. Nel 1996 dirige The Dentist, distribuito in tutto il mondo a cui darà anche un seguito nel 1998. Animo irrequieto e insofferente alle censure del mercato, sbarcherà in Spagna all’inizio degli anni Duemila, fondando una compagnia di produzione low budget che attira talenti giovani per la Filmax di Barcellona. In questo periodo contribuisce in modo determinante come aveva fatto Roger Cormam negli Stati Uniti alla fioritura del cinema di genere in Spagna. Nel 2010 andrà a cercare fortuna in Indonesia dove dirige Amphibious 3-D specializzandosi nella produzione home video che conosce ampio consenso sul mercato asiatico. I riconoscimenti internazionali rilanciano la sua immagine ma le restrizioni del mercato indipendente rendono sempre più difficile il suo lavoro. Come produttore sta attualmente completando la lavorazione di I Walked with Zombies e Bloody Bridget.