Un omaggio al “terrorista dei generi”.

Dialogo a più voci con la regista Antonietta De Lillo, il critico Marcello Garofalo, il musicista Fabio Frizzi, Antonella Fulci (la figlia del regista) e altri ospiti, a partire dal documentario Fulci Talks , in programma al Festival (dal 10 marzo disponibile su Chili e sulla piattaforma digitale di Cecchi Gori) con cinque film di Lucio Fulci: Una sull’altra, Non si sevizia un paperino, Sette note in nero, Quando Alice ruppe lo specchio e Le porte del silenzio.

Dopo aver conseguito il diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia e realizzato documentari per la Settimana Incom, Lucio Fulci (1927-1996) inizia nel 1953 la carriera di sceneggiatore collaborando, tra gli altri, con Steno. Nel 1959 dirige il suo primo lungometraggio, I ladri, con Totò e Giovanna Ralli. Seguono diversi film popolari interpretati da divi della canzone del tempo e da Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. Dopo il western Le colt cantarono la morte e fu: tempo di massacro (1967), nel 1969 porta sul grande schermo Una sull’altra, il preludio di una stagione noir molto intensa. Gli anni Settanta segnano il culmine della sua carriera con film come Non si sevizia un paperino (1972). Attraversando tutti i generi, arriva anche il momento dell’horror con Zombi 2 (1979), Quella villa accanto al cimitero (1981) e Un gatto nel cervello (1990). Fulci muore nel 1996, cinque anni dopo aver diretto Le porte del silenzio, quando stava lavorando al remake de La maschera di cera, portato a termine da Sergio Stivaletti.