Un dialogo tra Nicola Lagioia e Antonella Lattanzi.
Nicola Lagioia
La città dei vivi
Einaudi
«Tutti temiamo di vestire i panni della vittima. Viviamo nell’incubo di venire derubati, ingannati, aggrediti, calpestati. Preghiamo di non incontrare sulla nostra strada un assassino. Ma quale ostacolo emotivo dobbiamo superare per immaginare di poter essere noi, un giorno, a vestire i panni del carnefice?». Con queste parole Nicola Lagioia ci porta dentro il caso di cronaca più efferato degli ultimi anni. Nel marzo 2016, in un anonimo appartamento della periferia romana, due ragazzi di buona famiglia, Manuel Foffo e Marco Prato, seviziano per ore un ragazzo più giovane, Luca Varani, portandolo a una morte lenta e terribile. È un gesto inspiegabile, inimmaginabile anche per loro pochi giorni prima, e che segna oltre i colpevoli l’intero mondo che li circonda. Nicola Lagioia segue questa storia sin dall’inizio: intervista i protagonisti della vicenda, raccoglie documenti e testimonianze, incontra i genitori di Luca Varani, intrattiene un carteggio con uno dei due colpevoli. Mettersi sulle tracce del delitto significa anche affrontare una discesa nella notte di Roma, una città invivibile eppure traboccante di vita, presa d’assalto da topi e animali selvatici, stravolta dalla corruzione, dalle droghe, ma al tempo stesso capace di far sentire libero chi ci vive come nessun altro posto al mondo.
Nicola Lagioia esordisce nel 2001, con il romanzo Tre sistemi per sbarazzarsi di Tolstoj (senza risparmiare se stessi) pubblicato da minimum fax (Premio Lo Straniero). Nel 2004 pubblica per Einaudi il romanzo Occidente per principianti (Premio Scanno e Premio Napoli, finalista Premio Bergamo). Ha pubblicato racconti in varie antologie, tra cui Patrie impure (Rizzoli, 2003), La qualità dell’aria (minimum fax, 2004), che ha curato assieme a Christian Raimo, Semi di fico d’India (Nuovadimensione, 2005), Periferie (Laterza, 2006), Deandreide, dedicata a Fabrizio De André (Biblioteca Universale Rizzoli, 2006), Ho visto cose (Biblioteca Universale Rizzoli, 2008), La storia siamo noi (Neri Pozza, 2008). Con il romanzo Riportando tutto a casa edito da Einaudi nel 2009, si aggiudica il SuperPremio Vittorini, il Premio Volponi, il Premio Viareggio per la narrativa. Nel 2015 vince il Premio Strega con il libro La ferocia, pubblicato da Einaudi. Direttore di collane editoriali, collaboratore di Radiotre, nel 2013, nel 2014 e nel 2015 è uno dei selezionatori della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Dal 2017 dirige il Salone internazionale del libro di Torino, mentre nel 2020 ha fatto parte della giuria del concorso principale della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Antonella Lattanzi
Questo giorno che incombe
HarperCollins
A tre anni da Una storia nera, Antonella Lattanzi torna con un libro potentissimo, in cui indaga le contraddizioni profonde delle relazioni, la curiosità morbosa che ci spinge a chiederci cosa nascondano le tende del nostro vicino, la sensazione che i posti conservino il nero di quello che vi è accaduto e che ingloberà anche chi li attraversa, la difficoltà di un confronto onesto con noi stessi e quello pericoloso e impattante con la realtà, il più abile dei nemici.
Antonella Lattanzi è nata nel 1979 a Bari e vive a Roma. Esordisce nel 2004 con dei racconti mentre il suo primo romanzo è Devozione del 2010, al quale hanno fatto seguito Prima che tu mi tradisca (finalista al Premio Stresa 2013) e Una storia nera nel 2017, vincitore del Premio Cortina d’Ampezzo. Attiva anche nella televisione (ha collaborato al programma Le invasioni barbariche) e nella carta stampata (collabora con Tuttolibri de «La Stampa» e con «Il Venerdì» de «La Repubblica»), e nel cinema per cui ha firmato le sceneggiature di Fiore, regia di Claudio Giovannesi (2016), 2night, regia di Ivan Silvestrini (2016) e Il campione, regia di Leonardo D’Agostini (2019).