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  Soffiando via le nuvole  
 
autore
Stephen Kelman
Piemme
L’ambientazione di questa storia, Stephen Kelman, l’ha presa soprattutto dalla sua vita: «il materiale che mi ha permesso di scriverlo proviene dalla mia esperienza, dal mio background. Conosco quello da cui ho attinto. Molti dei caratteri dei personaggi sono basati su persone che ho conosciuto direttamente, con le quali sono cresciuto. Quando avevo l’età di Harri, il narratore del mio libro, ero solito scegliere la strada da casa a scuola in relazione alla possibilità di non incontrare i bulli. Ma quei bulli non avevano coltelli, potevano solo darmi un pugno sul naso. In quel periodo - avevo undici anni nel 1987 - la Gran Bretagna non aveva i problemi di gang che ha oggi». I tempi sono cambiati, e sono cambiate anche le armi in mano a questi ragazzini. Lo spunto del romanzo proviene da un episodio di cronaca nera avvenuto nel 2000: l’accoltellamento e l’uccisione di un nigeriano di undici anni, Damilola Taylor, a Pekam, un quartiere a sud della capitale. «Una morte che non mi ha solo intristito - dice Kelman - ma mi ha fatto arrabbiare. La mamma di Damilola era una grande lavoratrice ed era arrivata qui per curare la figlia epilettica. Lui stesso era un bambino bravo a scuola, sensibile e intelligente, la cui ambizione era diventare un medico. Ma, a parte la tragedia personale, la morte di Damilola alludeva a un problema più grande, l’erosione dei valori collettivi, l’assenza di compassione nella società contemporanea». Uno spunto autobiografico, quindi, che si trova anche in Harrison Opoku, il ragazzino di undici anni, protagonista principale di questo romanzo: «Amo tutti i personaggi del mio libro. Hanno tutti un'unica voce e un unico spirito, ma noi vediamo il mondo attraverso Harrison, attraverso i suoi occhi, è lui il narratore. È una persona esuberante, con moltissima curiosità verso il mondo, e penso che raccontandolo mi sono ispirato a me. Lui ha lo stesso carattere che avevo io da ragazzino». Harrison viene dal Ghana, è appena emigrato, e nel suo quartiere imperano i membri di una gang, la Dell Farm Crew. Anche il linguaggio che parlano i personaggi del libro, è il tipico linguaggio che si parla in questi quartieri: «vivevo in uno di questi palazzi mentre scrivevo, e quindi mi bastava fare un giro del quartiere per carpire conversazioni e modi di dire. Penso che sia importante per uno scrittore avere un legame diretto con quello che scrive, e essere curioso e ricettivo rispetto a quello che lo circonda. La vita reale è sempre la migliore fonte di ispirazione».
 
10/12/2011  ore 16:00
Jardin de l'Ange
 
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