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autore |
Sebastian Fitzek |
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Elliot |
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L’avvocato Robert Stern ha acconsentito a un insolito incontro notturno fuori Berlino con la sua ex fidanzata, l’infermiera Carina. Ma non si immaginava certo che a questo appuntamento, la donna si sarebbe presentata accompagnata da un bambino di dieci anni. Un bambino con una strana storia. Malato di tumore al cervello, fin troppo intelligente per la sua età, il giorno del suo compleanno ha ricevuto un regalo strano: una seduta di ipnosi, durante la quale, il bambino, Simon Sachs il suo nome, ha scoperto una terribile verità sul suo passato. Ha ucciso un uomo. Con un ascia. Ma questo omicidio è avvenuto 15 anni fa, in una vita precedente. Il pragmatismo di Stern, uno dei più importanti avvocati di Berlino, cede improvvisamente quando, esattamente nel luogo indicato da Simon, viene trovato uno scheletro. Con un taglio al centro del cranio. Il segno dell'ascia.. «Nei miei thriller – dice Fitzek – non accadono tanti fatti di sangue. La violenza è soprattutto di natura psicologica e per quello è ancora più profonda». Ma c’è di più. Stern ha vissuto un grave lutto nella sua vita: un figlio morto, dopo soli due giorni di vita. “Morte in culla” hanno diagnosticato i medici. Un trauma che gli ha distrutto la vita, la relazione matrimoniale, e che ancora lo tormenta. Facile immaginare il suo sconvolgimento quando riceve un misterioso videomessaggio che gli fa apparire possibile che suo figlio possa essere ancora in vita. Dice Fitzek: «Sono convinto che i misteri più grandi siano profondamente nascosti nell’intimo della psiche umana. Il nostro cervello è come un mare profondo. Forse è l’ultimo posto inesplorato della Terra, pieno di segreti che aspettano di essere scoperti. Un esempio: poco tempo fa c’è stato un caso di un cieco affetto da personalità multipla che ad un tratto ha potuto vedere. Una sola personalità era cieca. Un’altra, profondamente nascosta, poteva vedere e si è risvegliata prendendo il controllo. Sono esattamente questi fenomeni che m’ispirano a scrivere psychothriller». L'idea per questo libro gli è venuta durante una conversazione con una amica: «mi aveva parlato di un suo ricordo d'infanzia, in Francia, dove era con i suoi genitori. Un ricordo di quando era piccolissima, di quando poteva a malapena parlare o camminare. In questo posto ha avuto la netta sensazione di esserci già stata. E l’ha detto ai genitori, che l'hanno guardata strana, ma lei gli ha mostrato posti che sembrava conoscere bene, cose che non poteva sapere. Lo stesso flash lo ha avuto qualche anno più tardi, camminando per la Normandia. Allora mi sono chiesto cosa sarebbe potuto accadere se questi ricordi li avesse un bambino che, in una vita precedente, era stato un serial killer. E se questo bambino avesse potuto portare le prove dei suoi omicidi». Il Bambino è un viaggio nei più profondi meandri del cervello, compiuto con fantasia e accuratezza scientifica: «Grazie ai miei eccellenti consulenti non ho difficoltà a reperire le necessarie informazioni medico psichiatriche. Perciò ricevo spesso lettere di dottori, terapeuti o infermiere che si complimentano per le corrette descrizioni».
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08/12/2009 ore 11:00 Jardin de l'Ange |
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