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Edizione 2012
 
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  Sorry  
 
autore
Zoran Drvenkar
Fazi
Sorry, selezionato dal Festival del Cinema di Berlino, come uno dei 12 libri idonei ad essere trasposti cinematograficamente, ha venduto, in Germania, solo nei primi due mesi della sua uscita, oltre 50.000 copie: un thriller che denuncia gli abusi sessuali sull’infanzia, attualmente nella bestseller list dello «Spiegel».
Sorry è il nome di una particolare agenzia messa in piedi da quattro ragazzi, non più giovani ma non ancora adulti, Kris, Wolf, Frauke e Tamara, con uno strano obiettivo: far sì che qualcun altro bussi alla porta di quelle che sono le vittime delle nostre piccole crudeltà e per nostro conto chieda scusa, risarcisca, chiuda la partita ancora in corso. Sorry chiede scusa per conto delle aziende che hanno maltrattato i loro dipendenti, per conto dei manager che hanno fatto dei torti, libera le coscienze. Un agente rende visita alla persona offesa, offre una scusa, spesso associata ad una compensazione finanziaria. «Le idee per i miei libri – dice Drvenkar - mi vengono da ogni parte, dalla mia vita, dalle persone che mi sono a fianco. A questo si aggiunge l'ispirazione che proviene dalle musiche o dai film che ho visto. Dal mio piccolo mondo. I miei libri sono anche degli omaggi agli autori che leggo volentieri, ai lavori che mi piacciono. Sorry è nato da un sogno, abbastanza semplicemente: io ero uno dei quattro amici che mettono in piedi l'agenzia. Quando mi sono svegliato da questo sogno ero stanchissimo, non avevo nemmeno la forza di accendere la luce. Ma mi sono lo stesso seduto al tavolo, con nella penna il nome dell'Agenzia. Delle volte per far nascere un libro basta poco».
Una agenzia per chiedere scusa, quattro giovani, amici fin dai tempi della scuola, cresciuti a Berlino senza prospettive di lavoro e di carriera, apparentemente dei perdenti, tutti con un dramma alle spalle: Wolf traumatizzato dalla morte dell'amante drogata, Kris - suo fratello - che ha appena perso il lavoro; Tamara che si è trovata costretta ad abbandonare la figlia neonata, e la madre della sua migliore amica Frauke, internata in un manicomio. «Non so da dove mi venga l'idea per i miei personaggi. Io sono come un hotel. I caratteri emergono, occupano una suite come fossero ospiti e poi se ne vanno, ed io annoto le loro storie. La sola cosa che so è che con gli anni ho capito che trovo i ragazzi e i bambini più accattivanti degli adulti. Hanno più umorismo, sono più folli, più crudeli, ed hanno ancora molto tempo davanti a loro. Ma non vado certo a cercare di conoscerli. I miei personaggi hanno caratteri che si basano su esperienze da me vissute».
Non sempre è facile liberarsi di una colpa, così come non è possibile liberarsi dalla crudeltà degli altri. Il trovarsi di fronte al corpo martoriato di una donna crocefissa al muro, trasporterà i quattro giovani all’interno di un labirinto mortale, costellato di impossibili vie di uscita. «Nella mia testa ci sono delle storie che vogliono percorrere il loro cammino. Spesso non so dove andranno a finire. Voglio illuminare il male dell'interno dell'uomo e comprenderlo. Io scrivo, scrivo e scrivo. Sono pieno di insicurezze e faccio leggere il libro agli amici per capire se sono sulla strada giusta, e continuo a scrivere, e quando finisco il libro continuo a correggerlo, fin quando non vedo che il libro mi ha trovato, continuo. Quando non ce la faccio più a vederlo, quello è il momento nel quale lo considero finito. Questo libro è durato due anni. Oggi non riesco nemmeno a capire perché lo abbia scritto. Penso che lo capirò tra qualche anno, quando avrò una certa distanza. So solo che mi animava una sorta di rabbia e di disperazione».

www.drvenkar.de
 
11/12/2009  ore 16:00
Jardin de l'Ange
 
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