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Edizione 2012
 
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  I nuovi amici  
 
autore
Marco Lombardi
Iacobelli
Le aziende riflettono le tensioni e gli scontri insiti nella società, e questo ce lo racconta anche la cronaca con i recenti casi dei dirigenti presi in ostaggio. In questo ambiente torna Dario, per lavorare in “Gustosa”, l'azienda da cui - molti anni prima - era misteriosamente fuggito. A condurlo lì è il suo vecchio amico Max, che nel frattempo ha fatto carriera. Ma le aziende non sono più “famiglia”. I ruoli si sono radicalizzati e i fossati tra i manager ed i dipendenti sono sempre più profondi. È cambiato il modo di intendere la managerialità e Dario non si trova più a suo agio né con i nuovi (e giovani) colleghi, né con i vecchi, coi quali aveva stretto un rapporto molto intenso che ora appare fortemente ed irreversibilmente deteriorato. Passano solo pochi giorni quando uno di loro viene trovato orrendamente ucciso. Il terrore si diffonde e tutti sospettano di tutti. «Ovviamente ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale, ma posso dire che quegli ambienti li ho conosciuti bene... anche se evidentemente l'invenzione ha preso il sopravvento sulla mia esperienza di uomo di azienda, che del resto risale a molti anni fa».
A condurre le indagini è Vittone, un commissario demotivato e un po’ snob che con le aziende ha un conto aperto. «Essendo entrato in polizia come ripiego a seguito di mille colloqui e mille stage nel settore privato che mai si sono trasformati in lavoro, lo definirei un campione (nel senso della statistica) di quei tanti giovani che oggi, sentendosi già miracolati nel trovare un lavoro, finiscono per svolgere una professione, non la professione che vorrebbero fare. Di qui una certa dose di snobismo e demotivazione, e soprattutto una scarsa serenità nell'affrontare un caso proprio all'interno di quel mondo che da giovane l'aveva scartato. Ma chi è intelligente non rinuncia alla propria intelligenza, comunque, e così Vittone alla fine è un ottimo commissario». Fortunatamente per lui, in questo caso è affiancato dal pragmatico – anche se un po’ stralunato – agente Cesare Locurcio. Dario è uno dei sospettati, ma fra lui e il commissario nascerà un rapporto sfaccettato, ben al di là di quello classico che si instaura fra indagato e indagatore... «Come nel cinema, i generi letterari sono delle semplificazioni necessarie per il pubblico che vuole avere un'idea di ciò che lo aspetta, ma per altro verso qualcosa che uccide le mille sfumature e diversità insite nell'opera. Il mio è quindi sì un giallo, ma pure un romanzo psicologico, e sociale, e forse storico e - spero - anche d'intrattenimento».
Un libro «nato pensandolo anche per il grande schermo». Un libro che non prescinde dalla realtà nella quale viviamo. «e non solo perchè il libro parla indirettamente della crisi del mercato di oggi, a livello alto impiegatizio/manageriale: nel romanzo l'azienda è un luogo - anche simbolico - in cui confluiscono quasi tutte le tensioni generate dal mondo in cui viviamo, quindi un microcosmo in grado di rappresentarlo, anche se dal di fuori le imprese sembrano dei corpi che viaggiano allineati e coperti verso i rispettivi obiettivi».
Il commissario Vittone, è già pronto per altre avventure: «il secondo libro è già tutto in testa, e il commissario Vittone ci sarà, eccome se ci sarà...».
 
10/12/2009  ore 16:00
Jardin de l'Ange
 
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