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Dallo schermo al testo
Franco Di mare, Kate Wiliams e i Racconti dal carcere |
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14/12/2012 |
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Un libro pubblicato da Rai Eri, e due star televisive, l’italiano Franco Di Mare, volto noto di Uno Mattina, e l’inglese Kate Williams, biografa della Famiglia Reale Britannica, sono stati i protagonisti degli ultimi incontri che si sono tenuti al Jardin de l’Ange. Siamo noi, siamo in tanti. Racconti dal carcere, parte da un progetto, ispirato dal Premio Goliarda Sapienza, giunto alla sua terza edizione, diretto da Antonella Bolelli Ferrera, che ha messo in contatto carcerati con scrittori di provata esperienza, questa volta nelle vesti di tutor. Testimone di questo progetto, è stato invitato a Courmayeur Giovanni Arcuri, uno degli interpreti di Cesare deve morire dei Fratelli Taviani, ed autore di un racconto dalle tinte drammatico, basato su una esperienza da lui vissuta nelle carceri sudamericane. «Poter scrivere, o recitare - ha detto Arcuri - permette di metabolizzare l’esperienza carceraria, in modo da riuscire ad affrontare nuove prospettive. Pensare di immaginare un nuovo programma della vita. Scrivere per noi carcerati è molto più facile. Nella condizione di recluso, non si viene distratti dalla vita». Il Paradiso dei diavoli, è invece il romanzo di Franco Di Mare, storia ambientata a Napoli. «Della città mi interessava soprattutto un paradosso: Napoli, come pochissimi altri posti nel mondo, ha la periferia nel centro e questo permette una serie di contaminazioni che raramente si vedono altrove. Il mio personaggio è un camorrista diverso. Ha studiato, viene da una famiglia per bene. Io voglio denunciare quella sorta di zona grigia tra camorra e società civile. Mi ricordo sempre un articolo di Sandro Ruotolo, scritto in occasione della morte di una sua cugina, uccisa da un proiettile vagante, nel quale sosteneva di essere lui il responsabile, lui che comprava le sigarette di contrabbando, che andava in motorino senza casco, lui che passa con il rosso. A Napoli non c’è mai stato un movimento di ribellione contro la Camorra come a Palermo contro la Mafia. Carmine, il mio protagonista, rappresenta la borghesia che ha mollato». Kate Williams, autrice di Il piacere degli uomini, ha avuto l’onore di chiudere gli incontri. Storica dell’età vittoriana, volto noto della televisione britannica, dove viene chiamata per commentare le gesta della Famiglia Reale, ha raccontato la storia di una ragazza che passeggia in una Londra dominata dal terrore di Jack lo squartatore. «In Gran Bretagna, nell’800, non si pensava alla possibilità dell’esistenza di un serial killer. Tutti credevano che si trattasse di bande, che non agissero isolatamente. Il mio personaggio sente una sorta di vicinanza con le vittime, sente di poter stare loro vicine. Ed ho scritto questo mio primo romanzo, perché come storica sono costretta ad essere fedele ai fatti. Qui posso lasciar correre la mia fantasia, viaggiare in una sorta di macchina del tempo, come facevo da bambina quando giocavo assieme a mio fratellino. E mi piacerebbe, adesso, passeggiare per Napoli, ed ambientare nella Napoli dell’Ottocento, la mia prossima avventura».
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