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  Ballantyne, Hammer e Costantini
I colpevoli non sono importanti
 
 
 13/12/2012 
Viene dalla Scozia, ma ha vissuto anche in Cina, Lysa Ballantine, che ha presentato Il colpevole, romanzo d’esordio che narra di bambini deviati, ragazzini nella fase della pre adolescenza che ammazzano altri bambini, e che vengono difesi da avvocati che, a loro volta, quando erano loro i bambini, hanno subito violenze e soprusi. «Il pretesto della storia l’ho preso dal caso di Mary Bell, che nel 1968, a undici anni, uccisi due ragazzini di quattro e tre anni. Anche lei, come Sebastian, il ragazzino protagonista del mio romanzo, era bella e all’apparenza tranquilla. Non si poteva credere che fosse stata lei». Un libro nel quale capire chi ha fatto cosa, non è molto importante «la domanda sulla colpevolezza di Sebastian è irrilevante. Tutti noi siamo colpevoli. A me interessano le persone, le ragioni e le cause, capire quanto il passato possa influire sulle nostre scelte. Nel libro c’è molta violenza, ma il mio è un libro ottimista. Il personaggio di David, l’avvocato, dimostra come sia possibile uscire da certe situazioni. È stato un bambino terribile, marginale anche lui, ma grazie alla presenza della madre adottiva è riuscito ad affrontare la realtà. In questo senso penso che la mia sia una storia positiva».
Con uno sguardo alla morale anche i fratelli Hammer, Lotte e Soren, che presentano il loro secondo libro Tutto ha un prezzo, edito dalla nuova collana FoxCrime/Feltrinelli, già giunta al quarto titolo. Tutto ha un prezzo, è una storia ambientata tra i ghiacciai, e se nel loro libro d’esordio, La bestia dentro, il tema era quello della vendetta, questa volta si confrontano con il tema dei limiti della morale, e, più precisamente, con la questione sul fin dove un poliziotto si possa spingere per risolvere un caso.
Hanno iniziato a scrivere da poco tempo, insieme. Da quando Soren si è trasferito nello stesso palazzo di Lotte (lei a piano terra, lui al primo piano), e scrivono parlandosi moltissimo, ma ognuno nella sua casa. Le loro storie non hanno uno stretto legame con l’attualità. Certo, Lotte ha lavorato per anni come infermiera in Groenlandia, e leggono regolarmente i giornali. Ma «descrivere i delitti nei libri può essere un divertimento, ma nella vita vera, non lo sono certo».
Tema centrale del romanzo protagonista del terzo incontro, Alle radici del male di Roberto Costantini, è invece il tema della rabbia, una delle peculiarità caratteriali di Michele balestrieri, il poliziotto che era già stato protagonista della prima parte di questa trilogia, Tu sei il male. «In questo libro, ambientato nella Libia post coloniale, ma pre Gheddafi, i protagonisti si trovano a confrontarsi con un dramma familiare (una serie di delitti irrisolti che colpiscono la sua famiglia e la sua anima), ed un dramma  sociale, il colpo di Stato che portò il dittatore libico al potere, colpo di Stato nel quale gli italiani ebbero un grande peso, e che sarà il tema del terzo capitolo di questa trilogia. Protagonista è un poliziotto antipatico, sicuramente fascista, che si trova a muoversi in una Italia, quella del 1982, e che è lo sfondo della seconda parte di Tu sei il male, nella quale iniziano a nascere le televisioni private, tutti guardano le partite dei mondiali, e si comincia a modificare il sistema di valori. «Sono gli anni - dice Costantini - nei quali ha iniziato ad affermarsi l'etica che viviamo oggi, dove siamo sicuramente più ricchi, ma dove certamente non stiamo meglio. E avere un protagonista che non abbia i soliti punti di vista, omologhi e consolidati, è per me importante, visto che penso che una delle funzioni del noir sia quella di fornire spunti di riflessione».