NOIRMENU 2011  
Edizione 2012
 
• Home  
• News  
• Photogallery  
• Programma  
• Cinema  
• Letteratura  
   
 
  Oltre la soglia dell’apocalisse
Tito Faraci conclude il MiniNoir
 
 
 09/12/2011 
Il libro Oltre la soglia di Tito Faraci, conclude il programma del MiniNoir di quest’anno, che ha visto protagonisti la trilogia di Arthur diretta da Luc Besson, l’anteprima nazionale di L’incredibile storia di Winter il delfino, i due libri Il clandestino Sherlock, Lupin & io, rispettivamente di Ferdinando Albertazzi, Irene Adler e Alessandro Gatti, e l'incontro 'Il mistero della materia oscura. Alla scoperta delle origini dell’universo' con Federico Tavola.

Il libro di Faraci, che racconta di un futuro non troppo lontano in cui gli adulti, colpiti da un virus, diventano “adulterati”, esseri votati alla violenza e alle emozioni più animalesche, rappresenta un po’ il punto di congiunzione tra il MiniNoir e alcuni dei temi principali del Festival: la trasformazione, gli eredi e l’apocalisse. «La soglia di cui si parla nel titolo - afferma Faraci - è quella dell’età adulta. Se superata con ostilità e reticenza al cambiamento, essa si tramuta in violenza. Nel libro questa soglia è temuta con orrore dai ragazzini protagonisti, che temono di svegliarsi adulti; il mio obiettivo era riflettere sul passaggio tra fasi differenti della vita».

Lo scrittore, anche sceneggiatore della Sergio Bonelli, per cui ha realizzato, ad esempio, la miniserie di fantascienza Brad Barron, racconta di essersi ispirato a Io sono leggenda e Il signore delle mosche per la stesura del racconto, inserendosi in una lunga tradizione di horror per ragazzi, che ha avuto negli anni Ottanta uno dei suoi momenti di massima diffusione. «Ho vissuto il confronto con così tante opere celebri come una sfida, non come un problema. Scrivere questo romanzo è stato molto impegnativo, ho partecipato intimamente alle vicende dei personaggi; rispetto al lavoro di sceneggiatore per fumetti, dove faccio parte di un team, in questo caso mi sono trovato solo ad affrontare l’opera».

Interrogato su cosa ne pensa dell’apocalisse - fine di tutto o palingenesi - Faraci ha risposto: «Il mio è un racconto di frontiera. E l’apocalisse in fondo è una nuova frontiera, la fine di qualcosa e l’inizio di qualcos’altro. Non c’è più niente, perciò si può partire con la costruzione di un nuovo mondo».