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  Cinema di genere? Yes we can
Dario Argento e Gionata Zarantonello
presentano i loro film
in rampa di lancio
 
 
 08/12/2011 
[immagini dell'intervista a Zarantonello, a cura di Leonardo Andreozzi, Nicola Garau e Giuseppe Salerno]

Il cinema italiano di genere è morto. Se non è morto, è esanime. Questa la voce che ormai da diversi anni attraversa i corridoi degli addetti ai lavori, in particolar modo di chi il cinema lo produce e, in tempi di crisi per il mondo della cultura, trova troppo rischioso allontanarsi da prodotti di intrattenimento collaudati e di sicuro successo. Alle pendici del monte Bianco, tra lo spazio-incontri del Jardin de l’Ange e le due sale del PalaNoir, sembra invece che una cinematografia indipendente sia ancora viva e vegeta. Quest’impressione non nasce solo dalla ormai consueta presenza al Festival di alcuni dei più alternativi cineasti italiani, come i Manetti Bros, Cosimo Alemà e Federico Zampaglione, ma soprattutto per la costante proposta vista in questi anni di prodotti che percorrono nuove strade attraverso linguaggi inconsueti.
Non fa eccezione questa XXI edizione, che presenta con orgoglio due progetti in procinto di essere conclusi: Dracula 3-D di Dario Argento e La stanza delle farfalle di Gionata Zarantonello. Entrambi gli autori, nonostante i film siano ancora in fase di post produzione, hanno voluto presentarli nella cornice del Noir in Festival, per darne al pubblico un primo, gustoso assaggio.

Zarantonello era già stato ospite del Festival tredici anni fa, quando presentò il suo primo film. «La stanza delle farfalle - racconta il regista - è la storia di Julie, una bambina che va in cerca di donne a cui chiedere soldi. Quando incontra Ann (Barbara Steele), solitaria signora di mezza età, le cose andranno diversamente: la donna cercherà di plagiare la bambina. Nascondendo nella stanza dove raccoglie una collezione di farfalle, un terribile segreto».
Mentre scorrono le immagini del trailer del film, il giovane regista vicentino racconta la difficoltà che ha avuto nel realizzare questa produzione, ma anche la sua personale soddisfazione per il risultato: «Mi ci sono voluti dieci anni per completare questo film, prodotto da Enzo Porcelli e coprodotto da Rai Cinema. Ho voluto girarlo negli Stati Uniti e in inglese perché volevo avesse un respiro internazionale; ma, soprattutto, volevo ci fosse un cast di attori in cui inserire quei volti che mi hanno fatto appassionare a questo genere di cinema, come Barbara Steele».

Anche Dario Argento parla di passione, quella che aveva sin da bambino per i primi esperimenti in 3-D, come Delitto perfetto di Hitchcock. «Il 3-D mi è stato suggerito da Gianni Paolucci (produttore del film) - afferma il regista - ed è stato sostenuto dalle mie figlie; ho sentito da parte loro un tale entusiasmo verso la possibilità di realizzare Dracula in tre dimensioni che mi sono ricordato il mio entusiasmo infantile per questa tecnologia».
Durante la presentazione di 25’ estratti da Dracula, Argento ha più volte ribadito che la tecnologia utilizzata per girare il film non ha niente da invidiare a quella americana, precisando di essere interessato più al senso di profondità del 3-D che non al sensazionalismo degli effetti speciali.

Per quanto riguarda invece il confronto con l’ingombrante figura mitica di Dracula, Argento non mostra alcuna preoccupazione: «lavorare con un personaggio tanto celebre è oltremodo eccitante, perché si ha tantissimo materiale da rielaborare. Mi ha sempre affascinato la storia di morte e amore che circonda Dracula». E anticipa la chiave interpretativa che ha scelto per rieleggere il mito: «Di questo personaggio mi interessava moltissimo esplorare le trasformazioni, sempre trascurate negli adattamenti cinematografici. Nel film, infatti, ci sono moltissime metamorfosi». É altrettanto contento del suo cast, in particolare della giovane scoperta Marta Gastini, di Thomas Kretschmann e di sua figlia, Asia: «Marta è stata una scoperta eccezionale. Di Kretschmann ho amato quel suo fascino così elegante che contrasta con la sua natura malvagia. Mentre Asia è la mia compagna di viaggio. É stato un cast un po’ difficile da organizzare ma che mi ha dato totale soddisfazione».