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  La strage di Bologna. Le risposte mancate  
 
 12/12/2010 
Uno dei fili rossi della selezione costruita dai direttori artistici del Courmayeur Noir in Festival di quest’anno è la “resa”, il “sentirsi in trappola”. Di questo se ne parlerà quando si farà una considerazione finale sul concorso e, più in generale, sulla programmazione cinematografica di questa edizione.
 
Il riferimento alla “resa” e al il “sentirsi in trappola” torna utile, in qualche modo, per commentare l’incontro sul trentennale della strage di Bologna e, come riporta il titolo del convegno, sulle risposte mancate. Carlo Lucarelli e Patrick Fogli hanno dialogato con Giovanni Fasanella e Antonella Beccaria, due tra i tanti autori che hanno cercato con la scrittura, se non di eliminare le zone d’ombra rimaste, almeno di rimettere in fila i fatti.
 
Lucarelli inizia l’incontro facendo spegnere le luci e mostrando un paio di minuti del documentario di Matteo Pasi, Un solo errore, un work in progress che tra le varie testimonianze riporta quelle dei ragazzi che nel 1980 forse non erano neanche nati. E le risposte mancate diventano sbagliate, nel senso che la strage diventa qualcosa di misterioso anche come semplice fatto storico. Chiedere della Guerra dei trent’anni, della strage degli Ugonotti o di quella di Bologna è quasi lo stesso, un esercizio di memoria destinato a fallire il più delle volte.
 
Si riaccendono le luci, e Lucarelli e Fogli elencano una serie di fatti dai quali partire. Fatti che non dovrebbero essere messi in dubbio, ma in realtà la strategia più devastante, a livello comunicativo, è quella di mettere in circolazione una serie infinita di tesi in modo da rendere anche la verità più semplice difficile da identificare. per cui riportare alcune “nozioni basi” diventa già una questione importante nell’ottica di eliminare le cosiddette verità apparenti.
 
È esplosa una bomba. Il luogo è la stazione di Bologna. Ci sono stati 85 morti e più di duecento feriti. Sono stati condannati gli esecutori: Giuseppe Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini. Sono stati condannati i depistatori.
 
Come ha sottolineato Fogli, questi fatti e le sentenze non sono sufficienti a placare la sete di verità e di giustizia delle vittime e dei cittadini, che altro tipo di ferite hanno comunque riportato. In primo luogo perché nell’elenco manca una voce importante: i mandanti. In seconda battuta perché, come scritto in precedenza, ancora oggi si sostengono tesi che mettono in dubbio la stessa esplosione di una bomba.
 
Ascoltando Antonella Beccaria, autrice di Schegge contro la democrazia. 2 agosto 1980: le ragioni di una strage nei più recenti atti giudiziari, scritto con Riccardo Lenzi per Socialmente Editore 2010, viene da chiedersi se siano le risposte o piuttosto le giuste domande a mancare. Nel suo intervento, in riferimento a uno dei tanti interrogativi sulla strage, quello del depistaggio ordito dai servizi segreti, l’autrice si limita a mettere in evidenza che, ad esempio, il SISDE fu introdotto da Francesco Cossiga e che lo stesso ex Presidente defunto da poco, e dunque spirato con le sue verità, nominò i capi del servizio segreto civile, poi coinvolti a vario titolo nei processi. Una domanda dovrebbe venire spontanea, o no?
 
Altro elemento di discussione, ovviamente la colpevolezza di Mambro e Fioravanti. Complotto contro i NAR? Due terroristi abbandonati al loro destino? O carnefici spietati che possono confessare gli innumerevoli delitti compiuti ma non possono ammettere l’infamia di aver fatto esplodere in una calda giornata d’agosto, una bomba in una stazione? Per Beccaria è difficile pensare a un complotto nei confronti dei NAR, anche perché si sono alternati numerosi giudici nei processi e tutti hanno emesso lo stesso verdetto. E poi gli alibi, molteplici e contradditori, non tengono.
 
Dello stesso avviso anche Giovanni Fasanella, autore, a sua volta, di Intrigo internazionale, scritto con Rosario Priore per Chiarelettere 2010. Nel suo intervento, come nel libro, Fasanella compie un ragionamento ad ampio respiro e punta lo sguardo al di là dei confini italiani, in tutte le direzioni. L’Italia è un paese uscito sconfitto dalla guerra, ha ricordato l’autore, e dunque certe libertà in materia di politica interna ed estera, soprattutto di natura economica con l’area nordafricana, non se le poteva permettere. Secondo questa chiave di lettura, al di là delle sentenze che non sono messe in discussione, emergerebbe un quadro di responsabilità storiche e politiche di natura internazionale con le potenze vincitrici della guerra a orchestrare le stragi, Ustica compresa.
 
È un caso che al Jardin de l’Ange dopo l’incontro sulla strage di Bologna fosse in programma quello dei “Supereroi all’italiana”. Un’ironia del destino, per una storia che di eroi ne ha avuti pochi, se non nessuno.


Antonella Beccaria è una giornalista e scrittrice. Per Socialmente Editore ha pubblicato Il programma di Licio Gelli (2009) e E rimasero impuniti (2010). Per Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri, ha scritto NoSCOpyright - Storie di malaffare nella società dell’informazione (2004), Permesso d’autore (2005), Bambini di Satana (2006), Uno bianca e trame nere (2007), Pentiti di niente (2008) e Attentato imminente (2009).
Il libro
Schegge contro la democrazia. 2 agosto 1980: le ragioni di una strage nei più recenti atti giudiziari, scritto con Riccardo Lenzi [Socialmente Editore 2010]
Questa pubblicazione ripercorre testimonianze, relazioni parlamentari e atti giudiziari arrivando fino all’ultimo processo di Brescia per la strage di piazza della Loggia (28 maggio 1974) e giunge a una conclusione: è vero, mancano i mandanti, ma le responsabilità materiali e gli intralci alla giustizia hanno un’identità. Un’identità già scritta nella sentenze.
 
Giovanni Fasanella, giornalista, sceneggiatore e documentarista, è autore di molti libri sulla storia invisibile italiana, tra i quali ricordiamo Segreto di Stato. La verità da Gladio al caso Moro (con Giovanni Pellegrino, Claudio Sestieri, Einaudi 2000), Che cosa sono le Br. Le radici, la nascita, la storia, il presente (con Alberto Franceschini, Bur 2004), La guerra civile (con Giovanni Pellegrino, Bur 2005), I silenzi degli innocenti (con Antonella Grippo, Bur 2006). Per Chiarelettere ha pubblicato con Gianfranco Pannone il DVD+libro Il Sol dell'Avvenire.
Il libro
Intrigo internazionale, scritto con Rosario Priore [Chiarelettere 2010]
Priore racconta la “verità” che ha intravisto tra le pieghe delle sue inchieste, inserendo i fatti all’interno dei giochi internazionali. Riscostruisce le “guerre” combattute dall’Italia contro l’asse franco-inglese per l’egemonia nel Mediterraneo e per il controllo delle fonti di approvigionamento energetico nella fascia nordafricana e meridionale. Parla del ruolo della Cecoslovacchia, della Germania comunista e della Stasi. Per poi ricostruire i rapporti altalenanti con Israele e la Libia.
 
Patrick Fogli (Bologna, 1971), ingegnere informatico, ha esordito con Lentamente prima di morire, poi seguito da L’ultima estate d’innocenza. «Vorrei che quello che scrivo avesse una parvenza di realtà, che finisse dentro la vita di chi legge tanto da poterlo credere reale. In questo senso - almeno per i primi due romanzi - l’ambientazione bolognese è stata un obbligo. A Bologna sono nato e vivo. È il posto che conosco meglio ed è venuto naturale raccontarlo. Uno sfondo credibile, quindi, a una storia che dovrebbe essere credibile».
Il libro
Il tempo infranto [Edizioni Piemme]
Tutto comincia una mattina di novembre, quando sei uomini armati entrano in una banca. È una comune rapina, che si porta dietro un cadavere, che fa cambiare di colpo la vita di Francesco, un ragazzo in gamba nato nel 1975, un tranquillo impiego in banca. Ha perso la madre, ma soprattutto crede di aver perso il padre, il 2 agosto 1980, ucciso nell’attentato alla stazione di Bologna. A distanza di anni, Francesco riceve un pacchetto con dentro un libro, un indirizzo e un foglietto, una pagina del diario di suo padre. E un invito perentorio: “parliamone subito”. Personaggi inventati, certo, ma dietro i quali si possono intravedere i ritratti dei veri protagonisti della strategia della tensione, da Licio Gelli a Michele Sindona, passando per Roberto Calvi, l’Ordine Nuovo di Pino Rauti, l’Avanguardia Nazionale di Stefano Delle Chiaie, la Banda della Magliana.
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12 dicembre 1969 - 12 dicembre 2009