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Edizione 2012
 
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  La seduzione della parola  
 
 10/12/2010 
Un romanzo incidentalmente gotico: «non mi piace l’ironia nella scrittura – dice Christian Mørk - e nemmeno il sarcasmo. Non voglio correre il rischio di non essere creduto dal lettore». Darling Jim è ambientato in Irlanda «l’unico luogo nel quale questo romanzo poteva essere ambientato, una nazione strana, dove i giovani parlano in gaelico ai cellulari, dove i valori che dominano sono sempre gli stessi: la religione, il rispetto, i valori familiari». Un romanzo nato da uno spunto offerto da un articolo letto casualmente su un giornale, la storia di una donna e delle sue figlie trovate morta in una casa. «Non avevo intenzione di scrivere un racconto di questo tipo, ma questa storia ha bussato alla mia porta». Darling Jim è un seanchai, ossia una sorta di cantastorie girovago, che, ovunque vada, riesce ad affascinare e sedurre le donne del luogo: «mi interessava raccontare il potere seduttivo della parola. E mi interessava raccontare della pericolosità di ogni seduzione. I sociopati, per esempio, sono sempre dei fantastici affabulatori. Una seduzione, quella che racconto,  che non ha a che vedere con la sessualità. I miei genitori erano attori, per questo io non sono estraneo alla potenza della parola. Il mio personaggio, Jim, non ha nessun limite. Riesce a raccontare tutto quello che vuole. A me non interessa sapere chi ha ucciso chi. Io sono avido. A me interessano le motivazioni».
Mørk è nato in Danimarca, ma ha da sempre vissuto negli Stati Uniti (anche se oggi li divide con Parigi) «non so più dire quali siano le mie origini. Questo libro l’ho scritto in inglese e poi tradotto in danese. L’uso di una lingue influenza molto lo stile della scrittura. Quando si usa l’inglese si fa molta attenzione alla trama. Con il danese, invece, è molto più importante la voce intima, gli avvenimenti minimi. A pagina 20, la storia la si è già dimenticata». Il libro che sta scrivendo adesso fa parte di una trilogia. La storia di una archeologa  che ha perso la memoria, e che si ritrova a indagare sull’origine di alcune ossa che ha trovato, ma anche sul suo passato. Cercare di scoprire chi era. «Scrivere per me è questione di vita o di morte. Io non voglio essere uno scrittore narcisista. Io voglio lavorare».