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Evento speciale scuole: Vite in polvere |
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09/12/2010 |
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un articolo di Enrico A. Pili [DAMS di Torino] Come ogni anno, il Courmayeur Noir in Festival esce dalle location che abitualmente ospitano gli eventi letterari e cinematografici per sconfinare nelle scuole e alimentare dibattiti tra autori e ragazzi delle medie superiori. Quest’anno due scolaresche del liceo linguistico di Courmayeur hanno incontrato Angelo Langé, autore di Vite in polvere. Il poliziotto/street artist (e ora scrittore) di Seriate ha parlato della sua esperienza come agente della squadra mobile milanese, coinvolgendo i ragazzi nel racconto della sua vita: dall’adolescenza in un quartiere difficile all'ingresso in polizia, dalla sua partecipazione al documentario Cocaina (2007) di Roberto Burchielli, alla docu-fiction Sbirri (2009) con Raoul Bova, fino ad arrivare alla scrittura di Vite in polvere, edito da Rizzoli, per la collana “Prima persona”. Il confronto attivo con i ragazzi, nato a partire dal libro, è stato il momento migliore - e più vivo - dell'incontro, un dibattito che ha portato i ragazzi a confrontarsi con i loro dubbi su una delle peggiori piaghe giovanili (ma non solo) italiane. È stata anche l'occasione per Langé, incalzato dalle domande di alcuni ragazzi, per esprimere il proprio punto di vista sul problema dello spinoso confronto tra droghe leggere e droghe pesanti, dagli effetti certamente diversi, ma tutte egualmente nocive e pericolose. Alla fine dell'incontro sono emersi anche i veri problemi che spesso stanno dietro l'incontro (talvolta fatale) di giovani e meno giovani con il mondo della droga: la mancanza di un'educazione precisa sul tema, spesso dovuta alla disattenzione di certi genitori, e il grande abisso culturale di una società che appiattisce i giovani su un pericoloso conformismo, che spinge i più a seguire l'esempio dei peggiori, cioè di coloro che nascondono le loro insicurezze dietro una striscia di cocaina o una pasticca di ecstasy.
Il libro Vite in polvere Angelo Langé Rizzoli
Angelo Langé da più di vent’anni fa parte della squadra antidroga della Polizia. Ogni notte va a dare la caccia agli spacciatori di cocaina e di eroina. In questo libro appassionante come un thriller, Langé presenta un affresco della realtà a tinte fosche, affollato dalle figure che lui “frequenta” ogni giorno, i maghrebini che vendono la coca nei giardinetti del centro, gli africani che smerciano eroina nascosti nei campi coltivati adiacenti alla città, e pure i clienti, di ogni genere, spesso insospettabili come l’elegante moglie del facoltoso professionista che dice di non riuscire a “reggere questa vita” oppure lo studente o il “tossicone” da eroina… Di tutti, i ricchi e belli oppure i poveracci, Angelo dice che sono persone sole, e che la cosa migliore da fare, anche se li sta arrestando, è parlargli. Capire perché l’hanno presa, spiegargli che è da sfigati. E loro si aprono, perché in fondo si sentono aiutati a dare un senso a un fallimento, a prescindere che duri una notte o una vita.
L'autore Angelo Langé (Bergamo 1967) a diciotto anni si è trasferito a Milano ed è entrato in Polizia, dove tuttora lavora. Per sfogare lo stress quotidiano si dà ai graffiti (solo in aree autorizzate). Ha partecipato al pluripremiato documentario Cocaina trasmesso da Raitre nel 2009 e ha recitato nel film Sbirri (2009) con Raoul Bova. |
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