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Edizione 2012
 
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  Un giallo di vino  
 
 09/12/2010 
Giovanni Negri, produce vino. È stato segretario del Partito Radicale, deputato, ha scritto dei romanzi sul vino, ha adesso pubblicato il suo primo Noir, Il sangue di Montalcino («in realtà a me sarebbe piaciuto intitolarlo Giallo divino»). «Gli enologi vivono all’interno di un ambiente chiuso ed autoreferenziale, che divide il mondo tra chi il vino lo vende e chi il vino lo fa». In questo ambiente si muove il commissario Cosulich, uomo coltissimo, taciturno, sensibile, che questo mondo proprio non consoce, e che si trova alle prese con l’omicidio di un winemaker, avvenuto tra le vigne della Franciacorta, nell’abazia di Sant’Antimo, sotto un ritratto di San Cristoforo. «Il winemaker è una figura strana. È un po’ un rabdomante, un po’ alchimista, un po’ poeta, sognatore. Il suo scopo è inventare un vino nuovo, ma non è lui che affascina. Ad affascinare è sempre il vino». Sullo sfondo di questo libro è cercare di capire perché il vino sia così importante nella nostra cultura: «il vino è strettamente legato al mondo del cattolicesimo, ma anche delle altre religioni. Il vino è sacro in tutte le culture».  
Il sangue di Montalcino si dipana nella ricerca delle “Prima Uva” «il luogo dove è nata la prima vigna. Certo, questa è una ricerca da poeti. Il vero business è fatto da chi il vino lo produce per dissetare, il cosiddetto “vino benzina”. E sia questo vino, che il vino pregiato ha solo il mercato come suo giudice. È il mercato che ti costringe a fare il vino buono».
Dopo questo libro, Negri è pronto a costruire nuove avventure. «Mi interessa molto il mondo delle spezie, vedere le implicazioni che hanno avuto nella storia dell’Occidente, il Trattato di Amsterdam grazie al quale agli Olandesi andò il controllo del loro commercio, e in cambio cedettero agli inglesi il controllo delle prime colonie americane. Poi altre storie, e magari, fra sei o sette libri, potrò anche raccontare un omicidio in Parlamento, anche questo un mondo chiuso ed autoreferenziale».