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  Vladimir Vetrov: La vera storia di una spia idealista  
 
 08/12/2009 
Va sotto il nome di “Dossier Farewell” e rappresenta uno dei più spettacolari casi di contro-informazione e di spionaggio moderno, quello che vide negli anni Ottanta affrontarsi nel silenzio della guerra fredda l’URSS, la Nato e gli Stati Uniti. Ebbe come protagonisti indiretti i due presidenti Mitterand e Reagan, coinvolse i capi dell’intelligence, William Casey (Cia) e Mikhail Gorbaciov (Kgb). Una storia che sarebbe piaciuta al miglior John le Carré, ma è tragicamente vera e finì con l’arresto e l’esecuzione del suo “eroe”: il colonnello del Kgb, Vladimir Vetrov.

Formatosi come ingegnere, arruolato nel servizio segreto, distaccato per cinque anni in Francia nel 1965, richiamato in patria dal Direttorato T (addetto all’informazione tecnologica e scientifica dei paesi occidentali), il 53enne Vladimir Vetrov tradì il suo paese alla fine del 1980 per pure ragioni ideologiche, inseguendo il sogno di un mondo migliore in cui l’Unione Sovietica non avrebbe più dovuto continuare a combattere contro l’Occidente. Affidò informazioni di incalcolabile valore a un uomo d’affari francese che aveva conosciuto a Parigi quindici anni prima e non volle mai essere pagato per il suo lavoro di “agente doppio”.

I risultati, una spettacolare massa d’informazioni messa a disposizione dell’Intelligence francese (Dst) tra il 1981 e il 1982, parlano da soli: più di duecento agenti sovietici della “Line X” infiltrati in Occidente in dieci diversi paesi furono scoperti ed espulsi, oltre cento informatori della Line X vennero individuati e neutralizzati, moltissime tecnologie dell’industria americana e canadese furono “consegnate” agli uomini del Kgb in una falsa versione che provocò innumerevoli danni all’economia e alla ricerca sovietica. Il caso più spettacolare e acclarato è la spettacolare esplosione del gasdotto transiberiano (il più violento incidente non nucleare mai registrato da satelliti e sismografi) che fu causata da tecnologie mal funzionanti.

L’identità della “spia” Vetrov venne accuratamente protetta dalla Dst francese finché il Presidente François Mitterand, all’indomani della sua nomina (la prima di un esponente della sinistra in Francia), consegna il “Dossier Farewell” al Presidente Reagan durante un incontro riservato in Canada. La prova della lealtà alla strategia della Nato da parte della nuova Francia e le informazioni si rivelano fin da subito di cruciale importanza per la Cia che le userà in una spettacolare campagna di disinformazione e intossicazione tecnologica contro il Direttorato T del Kgb. Nel “Dossier Farewell” compaiono inoltre informazioni riservate sull’Accademia Sovietica delle Scienze e sul servizio scientifico del Gru (il servizio segreto militare russo). La Cia cominciò a sfruttare le informazioni di Farewell/Vetrov nell’agosto del 1981 ma il colonnello russo continuò a incontrare il suo contatto francese per quasi un anno nonostante i crescenti sospetti dei suoi colleghi. Le conseguenze delle sue informazioni provocarono ancora nell’ottobre 1982 la violenta invettiva di Gorbaciov davanti al Politburo in cui il Presidente del Kgb tacciava gli americani “di azioni profondamente scorrette e di comportamenti banditeschi”.

La posizione di Vladimir Vetrov all’interno dello spionaggio sovietico lo portò a conoscenza di oltre quattromila documenti segreti che nel corso di due anni trasmise ai servizi francesi. Ma nel febbraio del 1982 in circostanze poco chiare (l’uccisione fortuita di un collega da cui temeva di essere stato scoperto e il ferimento di una collega con cui era stato sorpreso a bere in un parcheggio), il colonnello Vetrov concluse bruscamente la sua carriera di infiltrato. Arrestato e sottoposto a duri interrogatori, finì per confessare la sua attività di agente doppio, fu indotto a scrivere un memoriale dall’esplicito titolo La confessione di un traditore, venne processato e verosimilmente fucilato nel 1983. Le conseguenze delle sue rivelazioni misero invece in ginocchio l’industria sovietica ancora per almeno quattro anni. I dettagli del “Dossier Farewell” sono stati declassificati solo nel 1996.

Singolare circostanza: tra gli ufficiali che si alternarono negli interrogatori di Vetrov c’era quel Vitaly Yurchenko che fu poi il più importante agente sovietico passato in Occidente nel 1985. Il Muro di Berlino sarebbe caduto dopo altri quattro anni, nel 1989.