NOIRMENU 2009  
Edizione 2012
 
• Home  
• News  
• Photogallery  
• Programma  
• Cinema  
• Letteratura  
   
 
  Pico e i nuovi amici  
 
 10/12/2009 
«Quando ero bambino, chiesi ai miei genitori se fosse vero che la Befana esisteva. Lei mi disse che certe domande non si dovevano fare, e che se volevo sapere la risposta, da quel momento la Befana non mi avrebbe più fatto regali. La mia risposta fu netta: preferivo rinunciare ai regali, ma dovevo sapere la verità. E da quel giorno, il giorno dell’Epifania, la Befana non mi ha più portato nulla, sostituita dai miei genitori».
La ricerca della verità ha spinto Carlo A. Martigli a scrivere 999. L’ultimo custode, un thriller storico sulle tracce di Pico della Mirandola, l’intellettuale tardo medioevale, amico di Lorenzo de’ Medici, uomo coltissimo e ricchissimo, e, secondo la tradizione, dotato di una memoria miracolosa, morto per avvelenamento causato da arsenico, estremo rimedio delle gerarchie ecclesiastiche per far cadere nell’oblio le rivoluzionarie intenzioni di Pico: organizzare un concilio, che si sarebbe dovuto tenere a Roma nel febbraio del 1487 e nel quale si sarebbe dovuto affermare che “Dio è Madre”, e su questa base, unificare le tre grandi religioni monoteiste: cristiana, ebraica e mussulmana.
«Ovviamente il mio libro deve molto ai libri di Umberto Eco. Quello che volevo scrivere era un thriller storico, che avesse, cioè, attinenza a qualcosa di reale. E Pico della Mirandola, in questo, è uno spunto eccezionale. Senza voler sembrare irrispettoso, penso che Pico sia anche un personaggio più interessante di Leonardo (che anagraficamente lo ha seguito di qualche anno). Leonardo era un rappresentante del “mondo romano”, un mondo di architetti scienziati. Pico, invece, rappresenta il mondo greco: il pensiero, la filosofia».

Profondamente inserito nell’estremo contemporaneo, invece, Marco Lombardi, che ha presentato il thriller di ambientazione aziendale I nuovi amici: «ovviamente in questo libro c’è una gran parte di me. Ho fatto per alcuni anni il direttore di personale in diverse aziende e quindi è un mondo che conosco molto bene. Scrivere, a volte, richiede di scavarsi dentro, un po’ come fanno certi guaritori brasiliani che affermano di operare a mani nude». Affianco ai mestieri di critico (cinematografico e gastronomico), produttore e sceneggiatore, Marco Lombardi, nato a Torino e residente a Roma, ora ha aggiunto quello di scrittore: «non volevo scrivere un libro di genere, l’importante era esprimermi. E non riesco a dire se ho subito qualche ispirazione di uno scrittore particolare. Per scrivere questo libro, ho fatto ricorso a tutto il mio passato, le cose che ho visto e che ho letto. Il genere è stata la forma attraverso la quale tutto questo mondo è potuto emergere».