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Patxi per il Noir |
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09/12/2009 |
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Oggi sul palco del Jardin de l'Ange si sono avvicendati Andrea Papini, che ha presentato La misura del confine, e Patxi Amezcua regista di 25 Kilates. Amezcua, regista spagnolo nato a Pamplona e residente a Madrid, ha ambientato la sua storia a Barcellona «in realtà quando ho scritto la sceneggiatura, avevo pensato a Madrid, poi per ragioni pratiche, abbiamo deciso di girare a Barcellona. Ma la storia potrebbe essere ambientata in qualsiasi metropoli europea. I personaggi che si muovono sullo schermo, potrebbero appartenere a qualsiasi città». Personaggi che provengono dai posti più svariati: kosovari, sud americani, rumeni turchi: «in queste grandi città è ovvio che ormai si trovano persone provenienti da luoghi completamente diversi, e questa mescolanza, di razza, lingua, colore delle pelle si riflette anche nel mondo della malavita». 25 kilates è un poliziesco classico: «io nasco come sceneggiatore – racconta Patxi Amezcua – e volevo, per questa che è la mia prima regia, una sceneggiatura solida, senza buchi. Anche perché, quando hai a che fare con il noir, hai bisogno di personaggi e storie che siano precise e coerenti. Solo così puoi creare la suspense. Io sono un fan del noir, e volevo una storia che mi contenesse bene, e quindi ho cercato di ideare una combinazione tra un certo realismo, che è elemento tipico della cultura cinematografica americana, e l'esplorazione delle relazioni tra i personaggi, che invece è caratteristica tipicamente europea».
Una ambientazione completamente diversa, quella de La misura del confine, secondo lungometraggio di Andrea Papini, piemontese di nascita, ma romano di adozione, uno dei fondatori del network satellitare Microcinema. Siamo nelle Alpi, il Monte Rosa, in un rifugio di montagna, due topografi, uno svizzero e uno italiano, discutono per definire la proprietà di una mummia emersa da un ghiacciaio: «mi piace lavorare sulla bellezza – ha detto Papini –, una bellezza che è anche simbolica, che mi possa permettere di tornare agli elementi fondamentali. Penso che sia questa la strada per restituire allo spettatore dei meccanismi che possano far riflettere sul contemporaneo, senza però affrontarlo direttamente». Tra gli attori che si aggirano per questo chalet, Paolo Bonanni, Lorenzo Degli Innocenti, Giovanni Guardiano, Peppino Mazzotta, Beatrice Orlandini, Adriana Ortolani, Tommaso Spinelli, Thierry Toscan, Massimo Zordan, e Luigi Iacuzio che ha accompagnato Papini a Courmayeur e che nel film indossa i panni di una guida alpina italiana: «un personaggio strano – dice Iacuzio del suo ruolo – che rappresenta la coscienza e l'incoscienza della storia». La misura del confine, prodotto da Alba srl, sarà pronto per le sale il prossimo aprile.
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