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Italia "viva" e "assassina" |
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06/12/2008 |
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Il secondo film italiano in concorso, Sono viva dei fratelli Dino e Filippo Gentili, è stato accompagnato qui a Courmayeur oltre che dai due registi, anche dai tre interpreti, Massimo De Santis, Marcello Mazzarella e Giovanna Mezzogiorno, e dalla produttrice Laura Cafiero.
«Lavorare tra fratelli ha dei vantaggi – hanno esordito i due registi – abbiamo un’intesa forte, anche quando ci sono momenti nei quali discutiamo animatamente. Alla fine troviamo sempre un accordo. Il segreto di questo film è l’averlo preparato bene in modo da arrivare sul set con le idee chiare».
«Volevamo realizzare – hanno proseguito – una storia avvincente, puntando su alcuni elementi: il destino di una ragazza che viene uccisa, un uomo comune che vive una notte da incubo ma anche rivelatrice. E poi una famiglia, con sentimenti che si trasformano in cannibalesco desiderio di possesso. Alla fine un gesto di ribellione nel tentativo di rimettere le cose a posto».
Giovanna Mezzogiorno non era impegnata in un ruolo da protagonista, ma questo non ha influito nel suo voler partecipare al progetto: «Mi piace sia fare film a basso budget sia partecipare a opere prime. Ho lavorato con Puglielli, Marengo, Chiantini e ora con i fratelli Gentili. Detto ciò, non si tratta assolutamente di un fatto ideologico. Le mie scelte si basano sempre sulla storia. Se la sceneggiatura mi convince, come in questo caso, mi va bene interpretare anche un ruolo secondario e non da protagonista».
Per Massimo De Santis si è trattata di «un’esperienza forte e intensa. Abbiamo provato molto prima di iniziare le riprese e questa è una cosa inusuale per il cinema italiano». Mentre Marcello Mazzarella ha posto l’accento su un ruolo meno drammatico tra quelli finora interpretati nella sua carriera: «Mi sono divertito molto, ci sono altre interpretazioni che ti lasciano un segno dentro, in questo caso mi piaceva l’idea di un personaggio un po’”cazzone”».
Dal cinema alla televisione il passo certe volte è breve. Ma in questo caso i ruoli sembrano ribaltarsi, nel senso che il progetto FoxCrime, Donne assassine, ha l’ambizione di portare sul piccolo schermo oltre a un cast d’eccezione, sia per le interpreti che per quanto riguarda i registi, anche le modalità narrative e le forme del cinema.
Otto storie con otto donne protagoniste, otto assassine che, come ha spiegato Mauro Torrente «ribaltano il ruolo femminile all’interno del racconto noir». Concetto ribadito anche da Martina Stella, una delle attrici coinvolte in questa serie televisiva, che ha sottolineato il taglio originale delle storie: «Un ruolo diverso da quelli precedentemente interpretati, più inquietante e nero».
Per Francesco Patierno, regista della serie insieme a Alex Infascelli e Herbert Simone Paragnani, a parte il fatto di essere impegnato in un progetto televisivo anziché cinematografico, si è trattato comunque di qualcosa che sentiva molo vicino alle sue passioni: «Sono un addicted delle serie americane, e sguazzo nella crime story. In questa esperienza è stata importante la piena libertà di movimento».
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