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Nero Femminile / Women In Noir |
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16/11/2008 |
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Noi donne siamo incorreggibili, pensai. Alla fine cadiamo immancabilmente nei più vieti luoghi comuni: l’amore fatale per l’uomo sposato bello e impossibile. Maledizione, ci eravamo liberate della supremazia maschile ma non avevamo fatto un solo passo avanti nell’emancipazione della nostra vita sentimentale! (…) Al diavolo tutto! Nella prossima vita speravo di nascere uomo o, meglio ancora, serpente o mandrillo, o qualunque altra bestia, piuttosto che una brutta copia di Anna Karenina o Madame Bovary”. Alicia Giménez-Bartlett (Serpenti nel paradiso)
Uscire dallo stereotipo: narrazioni e personaggi femminili nella letteratura di genere. Detective o vittima? Risolutrice di misteri o corpo freddo? Sempre più donne scrivono noir, gialli, horror, e le protagoniste femminili non sono più casi isolati. Quali sono le problematiche e i dubbi che si pongono le scrittrici nel restituire un'immagine di donna che non sia, sempre, la riproposizione di vecchi canoni? E quale il rapporto con la realtà, specie italiana, dove la questione femminile resta uno dei grandi punti irrisolti?
A queste e ad altre domande rispondono le tre scrittrici straniere ospiti di Courmayeur 2008: Alicia Giménez-Bartlett, Liza Marklund e Sharon Bolton e tre scrittrici e sceneggiatrici italiane: Simona Vinci, Elisabetta Bucciarelli e Chiara Tozzi. Modera: Loredana Lipperini
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Simona Vinci è nata a Milano nel 1970 e vive a Budrio. Con la sua ricerca costante nel mondo delle ossessioni e delle incertezze dell’amore richiama spesso atmosfere d’inquietudine. Il suo primo romanzo, Dei bambini non si sa niente (Einaudi, «Stile libero», 1997) ha riscosso un grande successo. Caso letterario dell'anno, è stato tradotto in numerosi altri paesi, tra i quali gli Stati Uniti. Sempre per Einaudi sono usciti la raccolta di racconti In tutti i sensi come l'amore («Stile libero», 1999) e i romanzi Come prima delle madri («Supercoralli», 2003 ed «Einaudi Tascabili», 2004), Brother and Sister («Stile libero», 2004), Stanza 411 («Stile libero/Big», 2006) e Strada Provinciale Tre («Stile libero/Big», 2007). Per i lettori più giovani ha pubblicato Corri, Matilda (E.Elle, 1998) e Matildacity (Adnkronos Libri, 1998). Ha scritto il racconto La più piccola cosa pubblicato nell'antologia Le ragazze che dovresti conoscere («Stile libero/Big», 2004). Per le Edizioni Ambiente ha pubblicato nel 2007 Rovina.
Elisabetta Bucciarelli vive e lavora a Milano. Ha pubblicato i saggi Strategie di comunicazione, Riza Scienze, Io sono quello che scrivo. La scrittura come atto terapeutico, Calderini Editore e Le professioni della scrittura, Eda-Il sole 24ore. Ha firmato cinque sceneggiature tra cui Tempo da buttare, regia di Roberta Torre e Amati Matti, regia di Daniele Pignatelli, menzione speciale della giuria alla 53° Biennale del Cinema di Venezia. Ha esordito nella letteratura di genere con il racconto L’arte è morta evviva l’arte, nell’antologia Crimine, Stampa Alternativa. Ha pubblicato i romanzi Happy Hour, Mursia, Dalla parte del torto, Mursia, e Femmina De Luxe, nella collana curata da Luigi Bernardi, Perdisa Pop, (2008).
Chiara Tozzi vive e lavora a Roma. Scrittrice, sceneggiatrice per il cinema e la tv, Psicoterapeuta e Analista Junghiana. Ha collaborato con diversi registi come Gillo Pontecorvo, Giuseppe Tornatore, Daniele Costantini, e sceneggiatori come Sandro Petraglia (La Omicidi, Raiuno, 2002). Docente di Sceneggiatura e Psicologia, ha tenuto corsi presso l’Università di Roma e di Firenze, il Centro Sperimentale di Cinematografia ed altre scuole italiane. Membro ordinario di A.I.P.A (Associazione Italiana Psicologia Analitica) e I.A.A.P(International Association for Analytical Psychology), è Presidente dell’Associazione “IMAGHIA-Consulenza Psicologico Creativa per Cinema e Televisione” e del “Premio IMAGHIA ai Film che Fanno Bene”. Ha pubblicato le raccolte di racconti Tanti posti vuoti (Aktìs,1994), L’amore di chiunque (Baldini & Castoldi,1997) e Condividere (Ila-Palma Ed., 2005), il saggio Il paziente sceneggiatore (GAFFI, 2007), il romanzo Quasi una vita (Feltrinelli, 2008).
L’aggressività maschile è la prima causa di morte e di invalidità permanente (dati Onu) per le donne in tutto il mondo.
www.controviolenzadonne.org
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