NOIRMENU 2008  
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  Un lungo addio  
 
 23/09/2008 
Era stato come al solito l'amico prezioso Roberto Santachiara a suggerirmi quell'anno, era il 1997, che nessuno meglio di James Crumley avrebbe potuto ricevere il nostro Premio Chandler alla carriera. Ovvio che avesse, come al solito, ragione. Ho ripensato a quei suoi eroi affogati nell'illusione della lotta, naufragati nella violenza di guerre pubbliche e private, aggrappati al bancone di un bar o immersi nella contemplazione del mondo attraverso il prisma dei fondi di bottiglia scolati, e ho visto il vero erede di Raymond Chandler. Così, con l'amichevole aiuto di Stefano Magagnoli e Mondadori, James Crumley è arrivato a Courmayeur, e prima di lui sono arrivati i suoi baffi, gli occhi di brace e la sua risata profonda. Un texano improbabilmente avvolto dalla neve del Monte Bianco, ma mica tanto disabituato al freddo, visto che da tempo viveva in Montana, nella mitica Missoula della comunità di scrittori diventata negli anni '60 punto di riferimento creativo di molti autori americani, un mito a cui peraltro Crumley aveva contribuito sia con i suoi libri che con l'insegnamento universitario. Un uomo gigantesco, di umanità e profondità, attraversato da lampi di una rabbia antica ormai pacificata nell'alcool, e che lui faceva uscire solo dalla sua penna. Felice di ricevere un premio che portava il nome del suo dio personale, presidiava il bar dell'Hotel Royal di Courmayeur, luogo anche di rituali noiristici e non solo alberghieri, dalla mattina alla sera, e chiunque poteva godere della sua compagnia, a patto che fosse ovviamente un cultore del genere. Ci ha fatto un gran regalo quell'anno Jim, uno di quelli per cui val la pena combattere contro i soldi che non bastano mai per organizzare il festival, per cui almeno una volta non ti sembra di dar via l'anima per niente. Per questo resterà sempre nei nostri cuori e nei nostri occhi, ora che se ne è andato, da qualche parte nelle grandi pianure del cielo.
(Marina Fabbri)
 
'Nel presentare il mio lavoro ho sempre spiegato di essere figlio illegittimo di Raymond Chandler: senza i suoi lbri, i miei sarebbero completamente diversi. Copriamo parte dello stesso territorio, le sue strade buie di Los Angeles, le mie autostrade serpeggianti dell'Ovest montano. Ma a causa degli eventi riguardanti la guerra in Vietnam, i miei detective non sono così legati alla morale tradizionale come sembra essere Philip Marlowe. Ho visto i miei amici denunciati come criminali negli anni '60 e '70 a causa della politica e del fumo di erba, che fino ai primi anni '20 era un rimedio consigliato agli asmatici. Il risultato è che i miei detective si sentono meglio in compagnia di criminali che di solidi cittadini borghesi, perciò la mia visione della giustizia è meno netta, forse meno complessa, più confusa, più vicina a Robert Stone e Harry Crews che al giallo investigativo'.
James Crumley
(dal catalogo del Noir 1997)