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Biografia di Elmore Leonard
di Gregg Sutter |
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30/10/2007 |
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Elmore Leonard è nato l’11 ottobre del 1925 a New Orleans, Louisiana. Suo padre era un dirigente della General Motors Corporation e dal 1927 al 1934, Leonard insieme con la sua famiglia visse a Dallas, a Oklahoma City e a Memphis, prima di stabilirsi definitivamente a Detroit nel 1934. Quando frequentava il quinto anno della scuola superiore, nel 1935, Leonard manifestò per la prima volta il desiderio di scrivere. Fece una riduzione teatrale del libro Niente di nuovo sul fronte occidentale, che un giornale di Detroit aveva pubblicato a puntate. Mise in scena il testo in classe, usando i banchi come recinzioni di filo spinato della Terra di Nessuno.
Durante gli anni della scuola, Leonard passava gran parte del suo tempo a giocare a baseball e a football, dedicando alla scrittura pochissimo spazio: giusto il minimo indispensabile per fare i compiti. Il soprannome “Dutch” gli fu affibbiato da un compagno di scuola, a causa del senatore di Washington Emil “Dutch” Leonard. Nel 1943 all’età di 17 anni, dopo il diploma di scuola superiore, cercò di arruolarsi nei Marine, ma venne respinto per i suoi problemi di vista. Successivamente fu distaccato nei Seabees, un’unità della marina degli Stati Uniti. Prestò servizio per poco più di un anno e mezzo nelle isole dell’Ammiragliato e nelle Filippine prima di tornare a casa nel 1946. Per sei mesi e mezzo fu assegnato ad un’altra nave e poi, nel giugno dello stesso anno, fu congedato dalla marina. Leonard si iscrisse all’University of Detroit dove si laureò in letteratura inglese e filosofia. Nel 1947 suo padre lasciò la General Motors e si comprò una concessionaria di automobili a Las Cruces, in New Mexico. Leonard aveva pianificato di lavorare con lui subito dopo la laurea, ma il padre morì di infarto sei mesi dopo il trasferimento nel New Mexico. Il progetto di Leonard di vendere automobili naufragò prima ancora di cominciare.
Nel 1949 si sposò con Beverly Cline e andò a lavorare nell’agenzia pubblicitaria Campbell Ewald. Cominciò a scrivere testi pubblicitari, e parallelamente i suoi racconti western vennero pubblicati da riviste popolari come «Argosy». Una sua storia comparve sul «Saturday Evening Post». Scelse il western perché gli piacevano i film di quel genere e avrebbe voluto vendere i suoi racconti a Hollywood. Influenzato da Ernest Hemingway, decise di scrivere i suoi racconti con lo stesso stile asciutto. Alla ricerca di materiale per le sue storie, Leonard concentrò la sua attenzione sulla cavalleria e gli Apache dell’Arizona meridionale negli anni ‘80 del XIX secolo. Negli anni ‘50, scrisse cinque romanzi e trenta racconti. Due di questi furono venduti al cinema: 3:10 to Yuma (1953) e The Captives (1953, nella trasposizione cinematografica The Tall T). Nel 1961 Leonard lasciò l’agenzia pubblicitaria per dedicarsi completamente alla scrittura. Il mercato del western si era estinto per la pletora di film che avevano invaso la televisione e Leonard sentì il desiderio di scrivere storie contemporanee. Ma le necessità di una famiglia in crescita gli imposero di continuare a lavorare nell’industria pubblicitaria come freelance.
Dopo cinque anni lontano dalla scrittura, incoraggiato dalla vendita al cinema dei diritti del romanzo Hombre (1961), Leonard finì il suo primo romanzo non western, The Big Bounce (1969). Il suo agente di Hollywood, il leggendario H. N. Swanson dopo averlo letto, gli disse: «ragazzo, sto per farti diventare ricco». Fu lì che cominciò una lunga strada costellata di successi. Leonard cominciò a vendere con regolarità i suoi lavori al cinema e fu lui stesso a scrivere la sceneggiatura del romanzo successivo, The Moonshine War (1969). E proprio grazie alle sceneggiature, che gli permettevano di mantenersi, riuscì a realizzare il suo sogno più grande: diventare uno scrittore a tempo pieno. Fifty-Two Pickup (1974) fu il primo di una lunga serie di romanzi ambientati nella sua città: Detroit. Lesse Gli amici di Eddie Coyle di George V Higgins, autore al quale attribuisce il merito di aver “sciolto” la sua lingua e di avergli insegnato a «entrare più rapidamente nelle scene». I romanzi di Leonard ricevevano delle ottime recensioni. Nel 1984, La Brava fu scelto come miglior romanzo dalla Mystery Writers of America. L’anno successivo, Glitz apparve nella classifica dei bestseller del «New York Times». Leonard fu dichiarato «il migliore scrittore di gialli vivente».
Crebbe molto e i suoi romanzi vennero tutti accolti con entusiasmo: Freaky Deaky (1988), Killshot (1989), Maximum Bob (1989), e il suo “libro di Hollywood”, Get Shorty (1990) dal quale nel 1995 venne tratto con lo stesso titolo un film di grande successo con la regia di Barry Sonnenfeld. Get shorty lo rese, se possibile, ancora più famoso. Seguirono due adattamenti che ebbero moltissimo successo: nel 1997 Jackie Brown di Quentin Tarantino, tratto da Rum Punch (1992), e nel 1998 Out of Sight (1996) di Steven Sodebergh. Nel 2001 il «New York Times» pubblicò le Dieci regole di scrittura, famose tra scrittori e critici. Fu qui che espose il suo assioma: «cerco di eliminare tutte le parti che i lettori tendono a saltare». Nel 2005, all’età di 80 anni, ha pubblicato il suo quarantesimo romanzo, The Hot Kid (uscito in Italia per Einaudi a novembre 2006) che gli è valso alcune delle recensioni migliori della sua carriera. Nello stesso anno ha scritto per il «New York Times Magazine» un serial in quattordici puntate intitolato Comfort To the Enemy. Il 2006 è l’anno di Up in Honey’s Room, che verrà pubblicato negli Stati Uniti a maggio del 2007 e che viene considerato dai pochissimi intimi che hanno avuto il privilegio di leggerlo, il suo migliore romanzo. Elmore Leonard vive a Bloomfield Village, nel Michigan, con sua moglie Christine. Ha cinque figli, dodici nipoti e due bisnipoti. |
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