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  Così parlarono gli scrittori (1)  
 
 11/12/2007 
Gianni Biondillo
Il giovane sbirro
La mano disegnata da Guido Scarabotto nella copertina del libro ha un doppio significato: è un alt poliziesco, un fermo là; ma può rappresentare anche il destino di un uomo, leggibile attraverso le linee della vita della mano. Guido è un narratore per immagini, riesce con un disegno a sintetizzare quello che sta in un libro.
 
Ne Il giovane sbirro scopriamo Ferraro prima di arrivare a Milano. Era interessante provare ad ambientare alcune parti del romanzo fuori da una città che è protagonista assoluta nella mia narrativa. Volevo variare per raccontare un milanese all’estero, nella provincia, che poi non è così tranquilla, così pulita come si pensa. Dunque, un’occasione per mostrare che il male è ovunque. E pensando a un altro luogo, ho ideato la montagna, il posto più lontano possibile dall’immaginario del protagonista. Il mare sarebbe stata una soluzione facile e scontata per un poliziotto di chiara origine meridionale.
 
Non faccio discorsi su una Milano generica vista dall’alto. La mia è una geografia sentimentale. In tutte le pagine parlo di una Milano reale, giorno dopo giorno, momento dopo momento. E talvolta mi capita di raccontare qualcosa che è già accaduto, perché intanto la città, quel dato luogo, in quel determinato momento non c’è più, e già mutato tutto. Mi rendo conto che mentre faccio cronaca, ho prodotto memoria. Più che una Milano, racconto delle Milano. Una città che sono delle città al plurale.
 
I personaggi non li scrivo a tavolino perché perderebbero di vitalità. Molti di loro sono dei Frankenstein, una fusione di più persone che conosco o che incontro. E se è vero che la critica positiva mi fa piacere, quello che mi dà veramente soddisfazione è quando qualcuno mi dice che si è emozionato, che ha sentito qualcosa mentre leggeva una pagina del libro. I miei personaggi devono essere sentiti.
 
 
Maurizio de Giovanni
Il senso del dolore – L’inverno del commissario Ricciardi
Ho scelto di ambientare il mio romanzo negli anni Trenta per vari motivi. Una ragione è che così mi sono liberato della polizia scientifica che elimina dall’indagine emozioni e sentimenti. C’è anche una causa più strutturale che riguarda la composizione sociale di un’epoca nella quale Napoli era spaccata in due ceti: uno aristocratico, l’altro popolare. Mancava la borghesia, e questa dualità provocava una conflittualità che portava inevitabilmente al compimento di delitti.
 
Per scrivere un giallo classico serve un esordiente anziano. I casi classici danno molta materia su cui ragionare. Il caso classico astratto dal suo contesto mantiene inalterata la sua connotazione e, dunque, si possono spostare fatti e persone in luoghi e periodi diversi. Il punto centrale universale è che il delitto è una corruzione della vita.
 
 
Jason Goodwin
Il serpente di pietra
Ho realizzato un lungo viaggio in Asia. Mi sono reso conto che tutti i Paesi che ho attraversato erano passati attraverso il dominio russo e sovietico, e avevano dovuto piegarsi a uno e all’altro.
 
Scrivere su un Paese o una città è il miglior modo per conoscerla. Per questo ho scritto una storia sull’impero ottomano, perché volevo (e voglio) conoscere Istanbul e la sua storia.
 
Devo essere assolutamente sincero: quando ho deciso di mettermi a scrivere un romanzo ho proiettato una storia completamente diversa. Era la storia di un uomo che andava per la città e nel frattempo si verificavano tante esplosioni causate da una sostanza viscosa. Poi, il giorno successivo, ho cancellato quello che avevo scritto e ho iniziato a pensare al personaggio di Yashim. Tuttavia c’è una spiegazione breve al fatto che il romanzo sia diventato un noir: mia madre legge gialli in continuazione.
 
 
Michael Gregorio
I giorni dell’espiazione
Entrambi scrivevamo ed eravamo attratti dal giallo. ma eravamo anche due scrittori falliti. A un certo punto Daniela mi ha sottoposto un’idea che mi è piaciuta. E così abbiamo cominciato a scrivere a quattro mani. Ed è arrivato un successo che non ci aspettavamo. Ora abbiamo un contratto per altri due libri, poi si vedrà se continueremo con questo personaggio o se cambieremo, o se torneremo a scrivere per conto proprio.
 
Tutti hanno dato molta importanza alla presenza di Kant nel primo romanzo, al punto che anche le librerie non sanno bene in quale scaffale metterci. In realtà Kant è un elemento minore, quello che ci interessa veramente è la tematica razionale-irrazionale. E siamo anche attirati dall’epoca ottocentesca, dal conflitto delle idee di quel periodo storico.
 
Le ricerche storiche sono la parte più interessante e divertente del nostro lavoro.
 
Hanno Stiffeniis è attratto dal crimine ma ne vorrebbe anche stare alla larga. Ha a che fare con verità che non vorrebbe scoprire.
 
 
Sophie Hannah
Non è mia figlia
Il personaggio di Alice è debole, disponibile e arrendevole. Poi quando sparisce sua figlia, tutto cambia. Nel Momento di crisi, diventa un carattere forte e deciso. È costretta a essere forte. Il motivo dominante del libro è proprio questo: come un individuo in un momento di crisi cambia personalità.
 
L’espediente narrativo del mistero è importante. In questo caso volevo giocare sull’elemento dell’ansia: una donna che ha uno scombussolamento ormonale post-parto, che la prima volta che si allontana da sua figlia la perde, nel senso che quella neonata non la riconosce come sua figlia, e che infine non viene creduta da nessuno.
 
Capisco subito se l’idea che ho avuto diventerà una poesia o un romanzo. Dipende da ciò che sento, dalla mia condizione mentale. Se vengo dominata da questa idea, se provo un sentimento forte e immediato, allora si trasformerà in poesia. Se c’è qualcosa di strano e misterioso che non comprendo, se non conosco la fine della storia, allora l’idea si articolerà nella forma romanzo.
 
 
John Harvey
Cenere alla cenere
I miei romanzi sono spietati perché non ho una visione troppo positiva della vita. Ma è anche vero che non perdo la speranza: nella mia letteratura, i personaggi tristi che vivono vite devastanti, trovano sempre e comunque un modo per uscire dal tunnel.
 
Resnick ed Elder sono investigatori diversi. Il primo (protagonista di dieci romanzi) lavora in squadra con un gruppo di persone. Il secondo opera da solo e si muove per conto proprio. Con Elder avevo voglia di indagare su una psicologia diversa.
 
Trovo ispirazione nei giornali e nella musica, specialmente nel jazz. La musica, inserita nella letteratura, compie una funzione essenziale: quella di trasmettere il mondo interiore dei personaggi, il loro stato d’animo, le idee che passano per la loro testa
link
Premio Scerbanenco-La Stampa: Il giovane sbirro
Il senso del dolore – L’inverno del commissario Ricciardi
Il serpente di pietra
I giorni dell’espiazione
Non è mia figlia
Cenere alla cenere