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Non aprite quelle porte… e tenete le donne in un’altra stanza |
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09/12/2007 |
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Con la complicità di Vittoria Cabello, Dario Argento e Carlo Lucarelli, si è aperto un nuovo spazio MINI dedicato ai ragazzi più grandi. Ci siamo camuffati da minorenni e di nascosto abbiamo origliato.
Dario Argento saluta Victoria Cabello e si siede tranquillo sul divano. Essere presidente della Giuria del Noir in Festival e passare una settimana a Courmayeur gli ha fatto molto piacere. “Vengo da una passeggiata di due ore nel bosco, da solo. Lo scenario è fantastico, con la neve che cade dagli alberi. Ma pensavo anche: qui, se casco per terra muoio e nessuno mi trova”.
“Tu che hai fatto scomparire sullo schermo un sacco di gente, come vorresti morire?”, chiede subito Victoria. “Io so immaginare la morte degli altri, non la mia”, risponde Argento.
La paura, le mosche e le donne sono stati i punti di discussione dell’incontro.
Ha paura Dario Argento? “Paura ce l’hanno tutti. Come si fa a non avere paure? Le situazioni della vita ci fanno provare timore, paura, insicurezza”. “Ma te hai una paura specialmente curiosa – incalza Victoria –. Hai paura delle donne!”. “Beh, non è esattamente così – risponde il maestro –. Non ho paura delle donne, ho paura di dormire con le donne. Di chiudere gli occhi con una persona a fianco, dormire, e pensare che si potrebbe alzare, prendere un coltello e zac! Io quando dormo, dormo. Quindi ho deciso: o stanze separate, o due camere in albergo, o dopo una certa ora... ciao!”
Il pubblico ride. E ridono di più quando Argento racconta l’aneddoto che gli è capitato quando girava Phenomena. A un certo punto della preparazione del film aveva deciso di creare un allevamento di mosche che servivano per diverse scene. “Le abbiamo fatte crescere in una specie di teatro, e quelle sono proliferate. Le scene delle mosche dovevamo girarle in Svizzera. Le abbiamo caricate in un camion, con tutte le licenze in regola per l’allevamento delle mosche. Ci hanno fermato alla dogana e ci hanno chiesto: che portate? E abbiamo risposto: mosche. Siccome i guardiani della dogana non ci credevano, le mosche sono rimaste due giorni bloccate alla frontiera. Poi siamo tornati a Roma sempre con le mosche, per girare altre scene, e le mosche continuavano a riprodursi… Quando abbiamo finito c’erano milioni di mosche. Abbiamo aperto le finestre e una nuvola di mosche è uscita invadendo la Tiburtina. Ma il problema è che era inverno...”
A quel punto dell’incontro viene chiamato sul palco Carlo Lucarelli, fiammante vincitore del premio Scerbanenco alla carriera.
“Come vi siete conosciuti?”, chiede Victoria. “Per caso – risponde Argento –. Ci siamo incontrati per la prima volta qui a Courmayeur. Ho subito pensato: ma quanto è bello Lucarelli! Quante cose potremo fare insieme! Poi ci siamo conosciuti, sono andato a casa sua… vive in un castello!”
“Dove le luci che si accendono da sole...”, segnala Lucarelli. “Scoprire il suo castello è stato magnifico per me – aggiunge Argento –, perché ho passato tutta la vita cercando i fantasmi... Ma ancora non ne ho trovato nessuno.. Mi piacerebbe molto, sarebbe bellissimo!”.
L’ultima domanda torna al tema delle donne. Cosa dicono i due alle donne quando le portano a cena, gli parlano del loro lavoro, di assassinati, di morti e sangue?
Risponde Lucarelli alzando le spalle: “Io, boh, non ho memoria dell’ultima volta che ho portato a cena una ragazza”. E Argento: “Beh, si dicono le solite cose, cretinate... che ne so: che studi fai? Sei stata di recente negli Stati Uniti? Poi le chiedo: se un giorno nasce qualcosa tra di noi... a te non dispiace dormire da sola?”
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