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  MiniNoir: i bambini detective  
 
 07/12/2007 
Pensandoci bene, la figura di un detective è molto simile a quella di un bambino. È curioso, sveglio, tosto, risoluto, e sa mettere il naso nel posto giusto.
Considerando questo parallelismo, lo scrittore Pier Domenico Baccalario ha tenuto nello spazio del MiniNoir di Courmayeur una lezione per piccoli investigatori attraverso la sua serie di romanzi intitolata Century (Piemme).
“Per iniziare vi posso dare un consiglio – esordisce Baccalario –. Ragazzi, fate quello che vi piace. Vi piace dipingere: dipingete. Vi piace cantare: cantate. Vi piace suonare il violino: suonatelo. Vi piace fare il detective: fatelo”.
Una serie di tracce sul segreto di Century sono state messe sul tavolo. Una valigia, trottole, un libro prestato da una vecchia biblioteca. Il nome di un professore: Vladimir. Un input: “Ogni cento anni l’umanità viene messa alla prova. Ogni cento anni quattro ragazzi devono partecipare a una grande sfida”.
I quattro protagonisti del romanzo, arrivati da città lontane tra loro, Parigi, Shangai, New York, Roma, potrebbero essere dei ragazzi qualsiasi che ascoltano con attenzione e che, attraverso diverse indagini, seguono le tracce per risolvere un grande mistero.
A quel punto, lo spazio del MiniNoir si riempie di quesiti, piste da seguire e nomi da ricordare. Gli adulti presenti, istintivamente, prendono anche la matita e il Moleskine (fatto che dimostra che il MiniNoir non è soltanto uno spazio per i bambini, ma per fare uscire il bambino che tutti noi portiamo dentro).
Finalmente Baccalario sorride, i ragazzi hanno risolto il tutto (non così alcuni degli adulti presenti, pensando in prima persona). Ed ecco che arriva il momento di risolvere un ultimo mistero: come si fa a diventare uno scrittore Noir? “Guardate: prendo sempre nota di tutto quello che vedo, delle persone che incontro. Poi scrivo le idee e faccio uno schema”. Lo scrittore dispiega un foglio grande come un lenzuolo, pieno di annotazioni, frasi sottolineate e frecce, e lo fa vedere ai piccoli ascoltatori. “Ecco lo schema del mio prossimo romanzo. La prima frase che ho scritto qua è la frase finale: L’ultimo uomo della terra sentì bussare. Che ne pensate di questa frase?”.
Ormai ai ragazzi non sfugge niente, hanno fatto uscire la loro vera natura. Ormai pensano come i detective. “Se è l’ultimo uomo della terra… chi bussa?”… “L’ultima donna?”.