NOIRMENU 2007  
Edizione 2012
 
• Home  
• News  
• Photogallery  
• Programma  
• Cinema  
• Letteratura  
   
 
  L’imprevedibilità dell’imprevisto  
 
 06/12/2007 
Der Andere Junge e Joshua sono i due film in concorso presentati ieri sera. Una giornata segnata dai figli che si mettono contro i loro genitori. Aspettando Romero: “la notte dei bambini viventi”.
Abbiamo incontrato il regista tedesco Volker Einrauch che ha parlato della sua esperienza del lato oscuro della vita.


“Viviamo in un tempo nel quale dobbiamo impegnarci molto per sentirci delle persone. I giovani specialmente subiscono la freddezza del mondo che li circonda, la crudeltà, la perversione; e di fronte a questo non hanno gli strumenti per elaborare la loro emozionalità”.
Ecco l’agghiacciante punto di partenza di Der Andere Junge (The Other Boy) nelle parole del regista Volker Einrauch, presente a Courmayeur per presentare il secondo dei film in concorso. Una storia che utilizza il genere Noir per sviluppare una feroce critica sociale ai valori tradizionali che si attribuiscono alla famiglia e all’educazione. Aggiunge Einrauch: “Quando uno ha dei figli si chiede in continuazione che grado di responsabilità ha sui suoi atti. Ma il fatto è che il film non prova a dare risposte, né offre un unico punto di vista; si tratta di una descrizione, di un ritratto; della cronaca di una reazione contro un fatto strano, contro qualcosa di spaventoso che è capitato”.
Una cosa terribile, una tragedia indicibile; un fatto che rappresenta tutti i fatti orribili che accadono oggi giorno nelle nostre città impeccabili e che sconvolgono la nostra finta e ordinata routine. E già si sa: la risposta all’imprevisto è sempre imprevedibile. “Le reazioni che hanno i personaggi è fondamentale per la storia – spiega Einrauch –. Ognuno reagisce in modo diverso, mostrando il suo lato peggiore. Tutti hanno una doppia morale, cose da nascondere nel loro rapporto con gli altri. È fondamentale nello sviluppo del film come i protagonisti si scambino vicendevolmente i ruoli di carnefice e vittima”.
La tensione si mantiene. Quindi, per forza, lo spettatore si chiede: che sta succedendo? Che cosa è andato male? Ma in mezzo alla confusione spunta un viso infantile, pacifico, tranquillo, sospeso in uno spazio lontano, in un tempo senza orologio. “Willi Gerk è un grande attore e ha molto talento – ha detto entusiasticamente Einrauch –. Ha capito dall’inizio come era il personaggio. Ha lavorato benissimo. Come regista si può operare sugli attori, ma credo che oltre al lavoro vi sia l’espressione della persona. Nel cinema si può dire tantissimo soltanto con un volto!”.
Ma tra tanto dolore e prove di forza per salvare se stessi a danno degli altri, emerge la figura di un poliziotto con i toni bassi, che osserva e che sembra essere il fratello maggiore del ragazzino omicida/vittima. “Volevo costruire un personaggio fuori dal cliché – spiega Einrauch –, che fosse capace di capire la situazione facendo un passo indietro, che avesse quel sentimento di passione verso chi è debole. Non è certo un ispettore che incontriamo di solito negli altri polizieschi”.
La maggior parte degli attori che hanno lavorato nel film provengono dalla televisione tedesca. Einrauch ha diretto una troupe affiatata e forse con una buona ragione per mettere in scena una lezione di spietatezza. “Abbiamo giocato di squadra – ha concluso il regista –, con un budget basso, attraverso la nostra casa di produzione Josefine. Per tanto tempo abbiamo fatto commedie per la televisione. Ma dopo un po’ avevamo il bisogno di cambiare registro. Con Der Andere Junge abbiamo voluto esplorare il lato oscuro della vita”.
link
DER ANDERE JUNGE