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  Scott Turow: bibliografia e filmografia  
 
 06/12/2007 
Limitations, Picador, 2006 (pubblicato in «The New York Times Magazine» 2006)
Prova d’appello, Mondadori, Milano 2007, trad. Nicoletta Lamberti
A cinquantanove anni, la vita di George Mason sembra essersi ormai assestata sui binari di una solida e prestigiosa tranquillità. I giorni trascorsi come difensore d’ufficio sono ormai da lungo tempo alle sue spalle e da più di un decennio è giudice presso la Corte d’appello della Kindle County. Qualcosa, però, giunge a minare la sua serenità. Insieme ai colleghi, Mason è chiamato a pronunciarsi su un caso di stupro collettivo ai danni di una ragazza di colore. La prova è in una videocassetta che contiene il filmato della violenza, ma per una serie di vincoli procedurali rischia di non poter essere ammessa in tribunale per inchiodare i giovani colpevoli alle loro responsabilità. Ma non è soltanto questo a turbare il sonno del giudice: da tempo uno sconosciuto lo minaccia di morte con e-mail e sms che sfuggono a tutti i controlli della sicurezza. Mason vive giorni convulsi tra aggressioni, messaggi minatori che sembrano stringerlo sempre più in un vicolo cieco e le implicazioni etiche e morali di un caso processuale che gli riporta alla mente un evento di cui è stato protagonista in un passato lontano, con il quale è dolorosamente costretto a fare i conti.
“Turow ha stabilito nuovi standard per il genere, soprattutto nella profondità e sottigliezza delle sue caratterizzazioni… Il genere di piacere della lettura che possono fornire solo i migliori romanzieri, di genere o no”.
«The New York Times»

Ordinary Heroes, Farrar, Straus & Giroux, 2005
Eroi normali, Mondadori, Milano 2005, trad. Stefania Bertola
Tutto quello che Stewart Dubinsky ha sempre saputo di suo padre è che nella Seconda guerra mondiale, partito per l’Europa, aveva salvato sua madre dal campo di concentramento. Uomo enigmatico e distante, l’ex soldato si era sempre rifiutato di parlare in famiglia della sua esperienza bellica. Ma, dopo la sua morte, Stewart trova un pacco di lettere indirizzate a una fidanzata di cui nessuno sapeva nulla. Leggendole scopre che suo padre era stato giudicato dalla Corte marziale per aver lasciato fuggire un ufficiale dell’OSS che avrebbe invece dovuto arrestare. Cosa si nascondeva dietro a un fatto così grave? Per scoprirlo Stewart dovrà scavare nel passato, riportando alla luce in tutta la loro violenza i terribili eventi di quegli anni e le scelte drammatiche che hanno sconvolto l’esistenza di quegli “eroi normali” che hanno combattuto nel più brutale dei conflitti. E la vicenda personale di Dubinsky – fatta di coraggio, tradimento e passione – diventa riflessione sulla brutalità della guerra.
“L’idea di affrontare il tema della guerra è nata dalla constatazione che in America i padri hanno parlato pochissimo della guerra, l’hanno rimossa dalle conversazioni familiari e dai ricordi. Ricorderanno magari il clima di amicizia virile, i momenti allegri. Ma una storia orale della guerra non è mai stata fatta. E la mia generazione, quella dei figli dei ragazzi che sono andati in guerra allora, ha profondamente sofferto di questo silenzio. Non ha mai capito, attraverso un rapporto personale, che cosa sia stata l’esperienza tragica ed eroica della guerra”.
Scott Turow

Ultimate Punishment – A Lawyer Reflections on Dealing with the Death Penalty, Farrar, Straus & Giroux, 2003 (“Robert F. Kennedy Book Award” 2004)
Punizione suprema: una riflessione sulla pena di morte, Mondadori, Milano 2003, trad. Valentina Ricci
“Spero che questo libro, nato nel tentativo di fare chiarezza nel dibattito sulla pena di morte in America attraverso la mia esperienza personale di avvocato, possa essere visto come una finestra aperta non solo sul mondo degli Stati Uniti. Le domande politiche, morali e legali che riguardano il problema della pena di morte – il valore della vita, il ruolo del governo e lo scopo della pena stessa – sono interrogativi eterni affrontati da ogni società evoluta”.
Scott Turow
“In questa opera di rara perfezione, un libro mozzafiato pieno di autentica saggezza, Scott Turow ci porta in un ipnotizzante viaggio nei territori del delitto che ha tristemente imparato a percorrere con abilità e compassione, facendoci ascoltare le storie e provare la sofferenza dei sopravvissuti che hanno amato e che mai rivedranno coloro le cui vite furono rubate in atti di estrema malvagità, facendoci condividere le esperienze dell’accusatore e dell’accusato nel momento e nel modo in cui le sentono percorrendo separatamente i corridoi e le stanze di tribunale che costituiscono l’elaborato apparato di morte, incantandoci fino ad arrivare al segreto che sta in ogni intrigante romanzo di Turow, un secreto che rivela ciò che davvero cerchiamo nella pena capitale, e perché non ve lo troveremo mai. Scritto con una bella sensibilità da avvocato per la correttezza e con il superbo talento di romanziere che ci sa dire la verità oltre il potere della logica legislativa di esprimerla, Punizione suprema è una dichiarazione definitiva sulla pena di morte: leggerlo è capire perché la legge da sola non ci fa uomini”.
Prof. Laurence H. Tribe, Diritto Costituzionale ad Harvard

Reversible Errors, Farrar, Straus & Giroux, 2002 (“Heartland Prize” 2003)
Errori reversibili, Mondadori, Milano 2002, trad. Stefania Bertola
Il tempo sembra ormai giungere al termine per Rommy Gandolph, condannato a morte per un triplice e feroce delitto commesso dieci anni prima. Ma alla vigilia dell’esecuzione nuovi indizi convincono Arthur Raven, l’avvocato della difesa, a riaprire il caso. Inizia così una revisione processuale che si rivelerà più sconvolgente del previsto. A essere risucchiati nelle spire di questa vicenda non sono solo Rommy e Arthur ma anche l’allora giudice del caso, l’affascinante Gillian Sullivan, l’avvocato dell’accusa e il detective che aveva indagato su Rommy. Ognuno sembra avere un buon motivo per sperare che la condanna venga eseguita. Ma Rommy è davvero colpevole?
“Turow si è affermato come uno dei grandi scrittori dei moderni gialli giudiziari… la sua prosa è bella e le sue osservazioni, in particolare le percezioni delle vulnerabilità umane su piccola scala, ti posso togliere il respiro”.
«The Times»

Personal Injuries, Farrar, Straus & Giroux, 1999
Lesioni personali, Mondadori, Milano 2000, trad. Tullio Dobner
Robbie Feaver è un avvocato di successo specializzato in lesioni personali, con un solo “piccolo neo”: un conto segreto che usa per pagare i giudici. Scoperto dall’FBI, ha una sola scelta: collaborare a una grande inchiesta sulla corruzione. Alle costole di Feaver c’è l'agente Evon Miller, fiera e appassionata, apparentemente ostile all’avvocato. Eppure via via che l’indagine va avanti qualcosa si ingarbuglia.
Lesioni personali è stato venduto a Dustin Hoffman. C’è una star, Dustin. Un regista, Dustin. Un produttore, Dustin. Una co-star, non Dustin (lui dice che il vestito di Tootsie non gli entra più). C’è una sceneggiatura che è stata riscritta molte più volte di quante se ne possano contare, tra gli altri anche da famosi sapientoni di sceneggiatura hollywoodiani. Ci sono i soldi, il via dei produttori e uno studio. Nonostante tutto questo, il film non è stato ancora fatto”.
Scott Turow

The Laws of Our Fathers, Farrar, Straus & Giroux, 1996
La legge dei padri, Mondadori, Milano 1997, trad. Laura Grimaldi
Tutto ha inizio con un delitto inspiegabile. L’anziana moglie di un potente senatore viene rinvenuta uccisa in un quartiere dove non avrebbe mai dovuto trovarsi. Dopo pochi giorni viene arrestato suo figlio, considerato il mandante del crimine, ma questo è solo l’inizio di una sconvolgente vicenda avvolta nel mistero.
“Il protagonista del mio ultimo romanzo, Robbie Feaver (Lesioni personali, ndr), che per certi versi è solo un truffatore, è quello il cui punto di vista è – malgrado la sua grande bontà – il più lontano da me. In termini di sensibilità, quello più affine è Sonny Klonsky, il protagonista di The Laws of Our Father e uno dei personaggi principali di L’onere della prova. Il mio modo di vedere il mondo è una via di mezzo tra quello di Sonny e quello del protagonista maschile, Seth Weissman”.
Scott Turow

Pleading Guilty, Farrar, Straus & Giroux, 1993
Ammissione di colpa, Mondadori, Milano 1993, trad. Laura Grimaldi
Bert Kamin, eccentrico avvocato di un famoso studio legale, è scomparso portandosi dietro cinque milioni di dollari di un cliente. I suoi soci incaricano allora un investigatore privato, Mack Malloy, di ritrovarlo. Mack scopre però che dietro la scomparsa di Kamin si apre un vergognoso abisso di intrighi e corruzione.
Ammissione di colpa mostra la stessa notevole abilità narrativa e la stessa capacità di costruire una trama sferzante del primo best seller di Turow, presunto innocente... i personaggi principali e secondari del libro sono disegnati con grande bravura... i colpi di scena della trama sono numerosi ed efficaci, fino all’ultimo sconfortante giro di vite...”
«Wall Street Journal»
“Il libro diventa irresistibile... Ammissione di colpa... dimostra che Turow, al meglio della sua capacità descrittiva, è degno di essere messo nel numero di Dashiel Hammett o Raymond Chandler”
«The New York Times Book Review»

The Burden of Proof, Farrar, Straus & Giroux, 1990
L’onere della prova, Mondadori, Milano 1990, trad. Roberta Rambelli
Alejandro Stern, il brillante avvocato difensore di Presunto innocente, torna a casa da un viaggio  in un pomeriggio di primavera, e scopre con orrore che sua moglie si è suicidata. Per l’uomo è l’inizio di  una difficile partita in cui la sfera del privato (matrimonio, famiglia, carriera) si intreccia sempre più strettamente con i destini del suo più illustre cliente: il cognato Dixon Hartnell, ricchissimo faccendiere, che si trova al centro di un’intricata indagine del tribunale federale.
“Come John le Carré ha demistificato l’esotico mondo dello spionaggio, così Turow ci inizia al mondo proibito della legge...”
«The New York Times»

Presumed Innocent, Farrar, Straus & Giroux, 1987
Presunto innocente, Mondadori, Milano 1987, trad. Roberta Rambelli
L’affascinante Carolyn Polhemus viene violentata e uccisa. Il procuratore incaricato del caso è il suo ex amante. E proprio lui viene accusato dell’omicidio. Un’indagine che sfocia in un processo imprevedibile.
“Ho cominciato a scrivere Presunto innocente intorno al 1979 e non sapevo davvero dove andassi a  parare. Volevo solo scrivere qualcosa con la mia voce, che non fosse terribilmente letterale e che parlasse del sistema criminale perché già allora mi stimolava molto e quella fu l’ispirazione iniziale di Presunto innocente. Ma cominciai solo a buttare giù i personaggi e l’ambientazione. La mia prima idea riguardava una donna nuda trovata morta, ma questo è quanto. La voce di Rusty... non sapevo chi fosse Rusty e cosa facesse, sapevo di voler creare una voce narrativa che fosse un po’ diversa da quelle del tradizionale hard-boiled americano. Ma non sapevo assolutamente come si sarebbe sviluppato. Scrivevo tutte le mattine sul treno pendolari che mi portava a lavorare come avvocato”.
Scott Turow

One L: An Inside Account of Life in the First Year at Harvard Law School, Farrar Straus & Giroux, 1977
Harvard, Facolta’ di legge, Mondadori, Milano 1989, trad. Roberta Rambelli
Durissimo banco di prova per i futuri avvocati, la Facoltà di Legge di Harvard è la più prestigiosa e antica degli Stati Uniti. Il libro racconta la terribile ed emozionante battaglia quotidiana per il successo ed è il primo romanzo pubblicato di Turow, scritto mentre ancora frequentava la famosa Università americana, e già sapeva di voler diventare uno scrittore-avvocato.
Harvard, Facolta’ di legge è un libro importante e avvincente. E’ avvincente il suo vivido ritratto della competitivtà ad alta tensione della Facoltà di Legge ad Harvard, e della follia di gruppo che sembra impadronirsi del suo corpo studentesco. E’ importante perché offre uno sguardo dall’interno su ciò che imparano e non imparano gli studenti di legge, su chi saranno e non saranno preparati a rappresentare una volta laureati.”
«The New York Times Book Review»
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REVERSIBLE ERRORS
THE BURDEN OF PROOF
PRESUMED INNOCENT