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Un sogno lungo trent’anni |
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05/12/2007 |
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Il produttore Miodrag Certić racconta l’avventura che ha portato alla realizzazione di Film Noir, prima pellicola in concorso ad essere proiettata a Courmayeur.
Uno dei topici (non sempre riconosciuti) del genere Noir è che sottolinea l’importanza di ricercare dentro noi stessi per conoscere il mondo. E se si fa con discrezione ed eleganza, tanto meglio, aggiungerebbe Robert Walser. Miodrag Certić, produttore di Film Noir, prima pellicola in concorso proiettata qui a Courmayeur, ha presentato al pubblico un’avventura cinematografica pienamente relazionata con i principi appena menzionati; una serie di peripezie, di incroci e di viaggi di andata e ritorno che, come ha spiegato Certić, sono stati presenti sin dalla gestazione del progetto: “In realtà tutto è iniziato negli anni ‘70, quando io e Srdja Penezic (a.k.a. Jud Jones) abbiamo lasciato la Serbia per andare a vivere negli Stati Uniti. Per tanti anni abbiamo vissuto a Los Angeles e New York e abbiamo lavorato nella pubblicità, ma sempre dicevamo: dobbiamo fare un film. È passata una decade, e poi due, e poi tre. Nel 2000 è capitata una cosa magnifica nel mio Paese: è finita la dittatura di Milosevich. A quel punto, gente come Srdja e me ha deciso di ritornare in patria, dove è stato possibile incontrare tante persone interessanti. Quindi ci siamo detti: ora o mai più. E mettendo insieme le persone che lavoravano con noi nel mondo della pubblicità con altre che avevamo conosciuto da poco, siamo riusciti a mettere in piedi il film”.
Le caratteristiche particolare del film (il genere, una storia complessa, il bianco e nero, l’animazione) fanno capire che non è stato facile produrlo. “È vero – aggiunge Certić –, non è stato facile trovare finanziamenti, ma alla fine ce l’abbiamo fatta grazie all’ impegno profuso e alle nostre conoscenze. Abbiamo lavorato in squadra e quasi fra amici, giocando con i ruoli. Per esempio: la voce del protagonista è la stessa voce della pubblicità della General Motors, è anche quella dell’artista che ha creato le musiche del film”. Perché è stato realizzato in animazione? Risponde Certić: “La produzione è partita dalla sceneggiatura di Srdja Penezic che ha proposto di realizzarlo in animazione. L’altro regista, Risto Topaloski, è il migliore direttore dell’animazione serbo. Quindi la scelta è piuttosto chiara, per le nostre competenze. Abbiamo iniziato in 2D, ma poi ci siamo resi conto che c’erano nuove possibilità che aiutavano a creare un’atmosfera più adeguata. Quindi abbiamo deciso di iniziare da capo e lavorare con il 3D. E siamo molto soddisfati del risultato”. Dopo aver capito il processo del film, sarebbe ingeneroso non finire con un commento sulla storia, kafkiana in partenza: dopo la sua amnesia repentina, il protagonista si sveglia e non capisce chi è, perché vogliono ucciderlo e fargli del male. Dopo di ché inizia la vera storia del film (simbolica, se si vuole): la lotta per recuperare qualcosa che si è persa per strada. “In questa lotta – conclude Miodrag Certić –, la ricerca dell’identità attraverso i topici del genere diventa un modo non soltanto per conoscere se stesso, ma anche il mondo che lo circonda”. Ecco il topico di partenza; ecco perché s’intitola Film Noir.
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