Graham Greene, uno dei più grandi scrittori inglesi del Novecento, ha lavorato tantissimo per il cinema; il suo capolavoro in questo campo è la sceneggiatura per
Il terzo uomo, diretto nel 1949 da Carol Reed con Orson Welles. Parallelamente alla sceneggiatura, Greene scrisse l'omonimo romanzo, pubblicato nel 1950. In questa versione la vicenda dello scrittore Martins - che approda nella Vienna occupata dell'immediato dopoguerra e si trova invischiato nei loschi traffici del suo amico d'infanzia Harry Lime - non viene raccontata dal punto di vista del protagonista, come sullo schermo, ma da quello, più disincantato e ironico, del colonnello Calloway, l'ufficiale dei servizi segreti britannici sulle tracce di Lime. Il rapporto tra lo scrittore e lo sceneggiatore Greene, la sua visione delle radici della Guerra Fredda in una Vienna spartita in quattro parti (come Berlino) dai vincitori, viene raccontato dal direttore di Film London, Adrian Wootton, svelando i segreti di uno dei più misteriosi noir della storia e il ruolo di Orson Welles.