Contest Caligari: le recensioni dei cinque vincitori

Diversi membri della giuria popolare del Premio Caligari 2019, assegnato ex aequo a La paranza dei bambini di Claudio Giovannesi e Lo spietato di Renato De Maria, hanno partecipato al contest che invitava a scrivere una breve recensione/motivazione della loro preferenza.

Come da regolamento, cinque sono i commenti dei vincitori, selezionati da Gianni Canova (IULM) e Giorgio Gosetti (Noir in Festival) per l’originalità e la concisione della loro opinione; a loro andrà una tessera-omaggio offerta da Anteo Palazzo del Cinema di Milano. 
Eccoli a seguire:

L’Uomo del Labirinto 
Donato Carrisi plasma un poliedrico gioco delle illusioni, intricato e avvincente, sorretto dalle camaleontiche interpretazioni di Hoffman e Servillo. Un’opera in cui ogni dettaglio contribuisce a unire i pezzi di un puzzle da cui è impossibile non rimanere incantati. 
Gabriel Garbagni

La paranza dei bambini  
"Un film a Napoli e non su Napoli, come per tutti quegli altri luoghi dove lo Stato non c’è e l’istruzione non è abbastanza", ci dice Claudio Giovannesi, regista di uno tra i più amari ritratti di quella così troppo spesso omertosa realtà umana. Una riflessione su come armi, spaccio ed estorsione siano l’unica possibilità per bambini, tutelati da nessuno, di diventare garanti di loro stessi. 
Benedetta Pellegrini

Gli uomini d'oro
Alfieri adopera le maschere classiche del Cinema italiano contemporaneo creando un cast nuovo con le facce di sempre. In questo noir i comici più noti vengono messi alla prova in personaggi drammatici di una storia vera, un lavoro ben riuscito che continua ad aggiungere elementi senza mai permettere allo spettatore di staccare lo sguardo dallo schermo. 
Attilio Tamburini

Storia di uno spietato 
Da antieroe a malvagio, stranamente, nella Milano da bere. Questa la trama de Lo spietato. Un racconto moderno quello di De Maria, che maschera il dispositivo eliminando ogni via di fuga per lo spettatore. Imprigionati nella storia di Santo Russo, ci trasformiamo assieme a lui in cane, volpe e lupo. 
Banuka Wanaguru

Lo spietato
Un pot-pourri raro nel cinema italico: fonde un andamento drammaturgico di stampo scorsesiano, un gusto storico che richiama i poliziotteschi e un’evoluzione dei personaggi che sembra uscire da un’opera di Kenji Mizoguchi. Il tutto senza scordare la sua natura di film d’intrattenimento.  
Alessandro Tranchini 

Segnaliamo inoltre la recensione de L’uomo del labirinto inviata da Elisa Cherchi per la sua stimolante visione culturale del film e del mito:

Il labirinto non abita più a Creta 
Leggenda narra che nel labirinto di Creta vi fosse imprigionato un mostro. Un mostro a metà fra un uomo e un toro, al quale erano offerte - per soddisfare e placare il suo appetito - giovani fanciulli e fanciulle. In questa accezione il labirinto assume la metafora del sacrificio che si spinge oltre ogni aspettativa. Nella medesima situazione ci pone Donato Carrisi in L’uomo del labirinto. Al possente Minotauro si sostituisce un misterioso (e ipotetico) uomo mascherato da coniglio che rapisce un’adolescente in una gelida mattina d’inverno. Fino alla fine del film il regista non sembra svelarne l’identità e non si è nemmeno certi della sua presenza. Cosa rappresenta dunque il labirinto? Cosa rappresentano misteri e bugie che paiono inverarsi in questo luogo scuro e isolato? Le continue domande sulla vita, ogni momento in cui ci si chiede quale sia la strada più giusta da percorrere per non tracciare un’esistenza simbolo di noia e monotonia. La ragione è colei che può liberarci dal labirinto; tuttavia, nel labirinto della vita quotidiana appaiamo di continuo come accecati, tornando di continuo al punto di partenza. Ed è così che la via delle vie, l’essenziale, non lo troviamo. 

Desideriamo inoltre ringraziare gli altri partecipanti al contest: Marco Alderuccio, Andrea Capobianco, Elena Cecchetto, Maria Daniela Cimarelli, Ariel Conta, Enrica Corsano, Cristina Cracchiolo, Chiara Di Zazzo, Francesca Mantero, Maria Marcotrigiano, Andrea Pelucchi, Francesca Micol Paris Peralti, Alessio Roccheggiani, Elena Rubbà, Benedetta Pellegrini, Elena Tartaglia, Alessandro Tranchini.

Appuntamento al 2020!
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