Mercoledì 5 dicembre, ore 10.30 • Sala dei 146 IULM 6
Nel solco della tradizione femminile del mystery, si può dire inaugurata dal gotico romantico di Mary Shelley con la sua "creatura" Frankenstein, di cui oggi ricorre il bicentenario della nascita letteraria, e continuata con successo consolidato e virale da Agatha Christie per tutto il secolo scorso, abbiamo chiamato a confrontarsi le tre scrittrici di lingua inglese che sono ospiti quest’anno al Noir in Festival. Si tratta delle due inglesi Jill Dawson e Sarah Pinborough e dell’americana Sujata Massey, che al Noir presentano i loro libri, così diversi per stile e ambientazioni, eppure così apparentati da una stessa predilezione per l’esplorazione del disagio psicologico che sta prima e dopo il compiersi del male. Che sia la Patricia Highsmith assassina per amore, di Dawson, o l’indomita avvocatessa indiana che lotta contro la doppia discriminazione di suddita dell’Impero britannico e di donna, a cui da voce Massey, o che sia infine la madre single in carriera di una società contemporanea slabbrata e disorientata che potrebbe essere americana come inglese, ritratta da Pinborough, si tratta sempre di inoltrarsi (ed eventualmente perdersi) nei labirinti dell’animo umano più che in quelli delle strade violente di una grande metropoli. Le tre protagoniste femminili rappresentate dalle tre autrici sono così diverse, per ambientazioni e caratteri, ma hanno certamente in comune un destino che attraversa epoche, caste e personalità, e che ieri come oggi continua a essere purtroppo segnato da violenza e sopraffazione: quello di essere donne.