Tina, impiegata alla dogana, è nota per il suo olfatto eccezionale. È come se riuscisse a fiutare il senso di colpa, la paura, la vergogna dei colpevoli. Tina si dimostra infallibile fino al giorno in cui Vore, un uomo all’apparenza sospetto, le passa davanti e le sue abilità per la prima volta sono messe alla prova. Tina sente che Vore nasconde qualcosa che, però, non riesce a decifrare. Peggio ancora, ne è irresistibilmente attratta e quando si lascia andare a una relazione con lui, scoprirà anche la sua vera identità. Come Vore, Tina non appartiene al mondo degli umani. Tutta la sua esistenza non è stata che una menzogna e ora dovrà scegliere se continuare a vivere una bugia o accettare la terrificante verità che le ha offerto Vore.
«Per me il film non parla della contrapposizione "Noi / Loro" ma di una persona che può ed è in grado di scegliere la propria identità. Non entro nel merito dell’identità politica in quanto tale, ma voglio credere che tutti siamo in grado di scegliere chi essere in una certa misura. Vediamo gli altri come vogliamo vederli, tutto dipende dal contesto in cui ci troviamo. Anche se non mi ritengo particolarmente coinvolto sui temi razziali, so cosa si prova a essere una minoranza sin dall’infanzia. Per me non è tanto il colore della pelle, quanto l’essere una persona diversa. In questo senso, sono in minoranza in Iran come a Copenaghen. […] I film sono unici, sono come specchi in grado di restituire una rappresentazione ingannevolmente vicina della realtà. Vedo gli esseri umani come degli animali particolarmente evoluti e mi interessano tutte quelle situazioni in cui i nostri istinti bestiali cozzano contro la struttura della società. Quando la sottile superficie della civiltà comincia a incrinarsi e i protagonisti sono spinti oltre il proprio limite. Ma non è l’estremo in quanto tale a interessarmi, quanto la reazione a esso. La complessità di questa situazione è ciò che la rende bellissima e non triste».
Ali Abbasi (Iran, 1981) ha una formazione umanistica e letteraria. Pubblica diversi racconti brevi in persiano. Nel 2002 lascia gli studi al politecnico di Teheran e viaggia in Europa, per stabilirsi infine a Stoccolma, dove studia architettura all’Accademia Reale delle Scienze. Nel 2007, si laurea e si iscrive alla National Film School della Danimarca per studiare regia. Si diploma nel 2011 con il cortometraggio M for Markus. Il suo primo lungometraggio, Shelley, è selezionato nella sezione Panorama della Berlinale 2016. Mentre Gräns è proiettato a Cannes dove si aggiudica il premio per il miglior film nella sezione Un Certain Regard.