di Isabella Weber
La XXVII edizione del Noir in Festival si è conclusa con l’anteprima de La stanza delle meraviglie di Todd Haynes. Mentre gli ospiti internazionali sono partiti sotto la neve, il Festival trae il suo bilancio: chi sono stati i protagonisti che lo hanno accompagnato fuori e dentro lo schermo?
Si parte dalla fine con Abel Ferrara, premiato da Giorgio Gosetti a nome del Noir in Festival per il suo contributo al mondo del cinema Noir e non solo: «Abel Ferrara è un grande story teller della vita, un cittadino del mondo, un genio visionario. A lui il mondo del Noir, con le sue mille sfumature che raccontano lo stato d’animo del nostro tempo rende omaggio perché ne ha reso contemporanei e profondi lo spirito e lo stile».
In mattinata, Ferrara aveva incontrato il pubblico raccontandosi con grande generosità. Dopo aver parlato della sua infanzia, della sua carriera e del suo rapporto con il genere, ha riflettuto sul proprio ruolo di artista: «Quando una macchina da presa si interpone tra te e il mondo, questa non fa altro che calibrare la realtà, manipolarla attraverso la luce, raccontarla. Da quando l’uomo primitivo cacciava, qualcuno ha sempre avuto il ruolo di rappresentare la sua storia, disegnandola sulle pareti delle grotte oppure narrandola intorno al fuoco. Questo è il ruolo che ho io».
Dario Argento, ospite d’onore della serata conclusiva, ha ringraziato il Festival perché da sempre è un luogo d’incontro e un punto di riferimento per autori e registi di genere che possono incontrarsi e stringere nuove collaborazioni, facendo dialogare cinema, televisione e letteratura.
Tanti sono stati i registi che hanno accompagnato a Milano e a Como i loro film per presentarli agli spettatori. Aitor Arregi, co-regista di Handia, ha raccontato al pubblico del Teatro Sociale la genesi del suo lavoro premiato col Black Panther: «Io e Jon Garaño ci siamo lasciati prendere da questa storia poco alla volta, dapprima solo intuendone il potenziale. Con una vicenda come quella di un gigante eravamo consapevoli di confrontarci con un insuperabile capolavoro del cinema come The Elephant Man di David Lynch e perciò abbiamo scelto di prendere una strada diversa. Volevamo raccontare attraverso la storia di due fratelli, la tensione tra il vecchio e il nuovo mondo e il modo in cui l’essere umano si pone davanti al cambiamento».
The Nile Incident Hotel, che attraverso Fares Fares ha ricevuto il premio per il migliore attore protagonista, è stato presentato all’Anteo dal regista Tarik Saleh, il quale ha raccontato al pubblico di Milano le difficoltà incontrate per far circolare il suo film nel mondo arabo: «In Egitto questo film è stato bandito e dei ragazzi che la settimana scorsa hanno sfidato il divieto proiettandolo in un cinema al Cairo sono stati arrestati. Tre mesi fa avevamo ricevuto un invito dal Festival di Dubai che è poi stato ritirato. Per me quindi questa serata è molto speciale, è bello sapere che voi abbiate avuto la possibilità di scegliere e di vedere il mio film; posso quasi immaginare Elio Petri che mi sorride dal fondo della sala».
Il film di Tarik Saleh uscirà in Italia con Movies Inspired il 22 febbraio con il titolo Omicidio al Cairo e auguriamo a Saleh, così come a tutti i protagonisti del Noir in Festival, di trovare un grande pubblico per i loro film.
Il video di Cinecittà Luce Magazine
Yann Gozlan regista di Burn Out