Il 12
dicembre 1915 Frank Sinatra nasceva a Hoboken, sobborgo di New York, da
padre siciliano e da madre ligure; ottant’anni più tardi avrebbe tenuto
l’ultimo concerto dal vivo, a conclusione di una carriera brillante e
lunga nel mondo della musica e del cinema, che l’ha consacrato icona
intramontabile. Da allora sono passati vent’anni e Adrian Wootton [qui in basso potete scaricare il suo saggio, All the Way. Frank Sinatra], Chief
Executive di Film London, ha scelto il Festival di Courmayeur per
tenere una masterclass in cui ne ha rivisitato la figura rileggendola in
chiave noir, alla luce dei chiaroscuri che hanno contraddistinto la sua
vita reale e quella fittizia sullo schermo.
«Il padre - racconta Wootton - durante il proibizionismo contrabbandava alcol mentre la madre
eseguiva aborti illegali. I genitori avevano diversi legami con
personaggi della malavita, come Lucky Luciano». Per tutta la vita
Sinatra ha intrattenuto una relazione complicata con il crimine
organizzato a tal punto, si dice, da essere allontanato dall'ambiente
presidenziale da Bob Kennedy, nonostante si fosse speso moltissimo per
il fratello John. «Nessuno, però - chiarisce Wootton -, ha mai trovato un
collegamento tra lui e la mafia, soprattutto in riferimento alla sua
carriera; è probabile, comunque, che Sinatra avesse ricevuto, in momenti di
difficoltà, un sostegno da personaggi appartenenti al mondo malavitoso,
che lo aiutavano facendolo esibire nei propri locali. Diverse foto
"imbarazzanti" lo ritraggono al fianco di personaggi mafiosi ma è
praticamente certo che l’unica cosa che legasse realmente Sinatra a loro
fosse un certo senso di ammirazione per il concetto di rispetto che
essi incarnavano».
Più del tessuto biografico, intrinsecamente noir, ciò
che ha davvero caratterizzato la figura di "The Voice" nell'immaginario
collettivo è stato il ruolo di detective duro, tutto d’un pezzo, che si
è progressivamente ritagliato in una serie di pellicole di genere da
lui interpretate a partire dal 1953.
«La trasformazione - racconta
Wootton - cominciò con Rocky Fortune, un radiodramma in onda su NBC in
cui interpretava Rocco Fortunato, un giovane uomo dagli svariati talenti
che si barcamena svolgendo diversi lavori che lo coinvolgono in varie
traversie. Di lì a poco, grazie a film come Suddenly e Guys and Dolls,
Sinatra si allontana dall'immagine di cantante ingenuo per vestire i
panni di personaggi che si avvicinano più al suo reale modo d’essere.
Crescendo in intensità drammatica anno dopo anno, è in The Manchurian
Candidate e The Detective che regala al pubblico quelle che sono
probabilmente le sue due migliori performance, pienamente iscrivibili
nel genere noir».