Stati Uniti, 2015, 87’, colore
sceneggiatura
Anthony E. Zuiker
fotografia
Cort Fey
montaggio
Andrew Cohen
Natasha Gjurokovic
musica
John M. Keane
suono
Ken Mantlo
scenografia
Steve Hardie
costumi
Sara O'Donnell
interpreti
Ted Danson [D.B. Russell]
Jorja Fox [Sara Sidle]
Eric Szmanda [Greg Sanders]
Robert David Hall [Dr. Al Robbins]
Wallace Langham [David Hodges]
David Berman [David Phillips]
Elisabeth Harnois [Morgan Brody]
Jon Wellner [Henry Andrews]
William Petersen [Gil Grissom]
Marg Helgenberger [Catherine Willows]
Paul Guilfoyle [Jim Brass]
produttori
Phil Conserva
Kim M. Cybulski
produttori esecutivi
Jerry Bruckheimer
Cynthia Chvatal
Elizabeth Devine
Ann Donahue
Jonathan Littman
Don McGill
Carol Mendelsohn
Louis Shaw Milito
Leanne Moore
William Petersen
Anthony E. Zuiker
produzione
Jerry Bruckheimer Television
CBS Television Studios
trasmesso da
FoxCrime
CSI dopo quindici stagioni e tre spin off, di cui uno, CSI Cyber, ancora attivo, chiude il suo ciclo di storie ambientate a Las Vegas con un film. Un modo per rivedere all’opera e per salutare tutti i personaggi che in questi anni hanno incarnato l’anima scientifica del poliziesco. A partire da William Petersen, ossia Gil Grissom, lo storico primo capo della Scientifica che nel corso della nona stagione aveva lasciato l’ufficio consegnandolo nelle mani del dottor Raymond Langston (Laurence Fishburne).
Immortality inizia con un attentatore suicida che si fa esplodere nel casinò di proprietà dell’agente speciale Catherine Willows, che torna dunque da Los Angeles per seguire le indagini. Gil Grissom, intanto, viene arrestato per aver oltrepassato il porto di San Diego e D.B. Russell offre a Sara Sidle l’opportunità di prendere in mano le indagini sull’attentato.
«Quando ho scritto il pilot, non ero davvero consapevole del successo della serie; l'obiettivo era di rompere ogni regola in televisione, scrivere qualcosa di viscerale che avesse uno sguardo diverso sui polizieschi. E ovviamente trattare argomenti forensi che la gente non conosceva nel 2000. Quindici anni dopo, abbiamo fatto il contrario. Ci siamo concentrati di più sui personaggi, abbiamo trattato la scienza alla vecchia maniera, e secondo me è stato più facile del pilot perché, sebbene abbia scritto quest’ultimo in tre giorni e il series finale in sette, i personaggi erano ben caratterizzati, le voci erano chiare, gli attori erano tornati, mi sono sentito come un dattilografo». [Anthony E. Zuiker]
«Con questo film è successo tutto in fretta. Non abbiamo avuto molto tempo per rifletterci, ci hanno fatto mettere insieme tutto quanto molto velocemente. Ma credo sia quasi naturale perché è esattamente quello che facemmo quando creammo la serie all’inizio. Non sapevamo cosa stavamo facendo. Non era una di quelle serie di Aaron Sorkin o David Chase dove c’era qualcuno che aveva pensato e scritto l’idea per dieci anni e sapeva esattamente come realizzarla. Il creatore, Anthony Zuiker non aveva mai fatto TV e persino Les Moonves, l’allora presidente della CBS Entertainment ora alla CBS Corp., chiedeva: "Non capisco, praticamente cerchi impronte digitali? È su questo che si basa la serie?". [...] Era l’idea giusta, al momento giusto, con le persone giuste al posto giusto e nessuno si curava di noi. L’emittente ci lasciò fare perché non pensava fosse chissà cosa. Ci programmarono il venerdì alle nove di sera. Nessuno sapeva cosa stessimo facendo». [William Petersen]