Incontro, perciò, declinato al femminile, "contaminato" dalla presenza del moderatore, Gaetano Savatteri, qui non solo nella consueta veste di giornalista e scrittore e amico di lunga data del Noir, ma anche in quella di direttore di Trame, Festival che si tiene a Lamezia Terme a giugno.
Dunque, altro filo rosso, il Sud. La Calabria e, in particolare, un Liceo di Rosarno dove, come ha tenuto a ribadire la Uccello: «Quando si entra a scuola i cognomi non valgono più». In altre parole, i figli dei mafiosi, quelli dei poliziotti, delle vittime, dei cittadini ricchi o poveri, appartenenti ai ceti sociali più disparati, dentro quelle mura diventano individui che hanno il compito di instaurare relazioni a prescindere dalle storie personali, molte di queste drammatiche, o perché si è eredi dei carnefici o perché si è apparentati alle vittime.
Attraverso la scuola gli studenti acquisiscono la semplice consapevolezza di essere se stessi contro un presunto destino che impone, attraverso gli adulti e non i propri sentimenti, persino l’andamento di una semplice storia d’amore adolescenziale.
L’attenzione verso la scuola è doverosa perché non bisogna dimenticare che le generazioni più giovani vengono investite dal potere mafioso, soprattutto dalla 'Ndrangheta che tramanda di padre in figlio la successione del potere in modo asfissiante. E non è un caso, a detta della Uccello, che la scuola sia un luogo costantemente minacciato dalla criminalità, perché oltre al potere giudiziario, i maggiori pericoli per la mafia vengono dai luoghi che dovrebbero costruire il futuro di un paese.
Una sfida che Uccello ha raccontato in un libro che, tuttavia, non vuole rimanere confinato nel luogo da cui le esperienze narrate si sono originate. Rosarno è un esempio che può e deve riguardare tutti, anche gli studenti di Courmayeur invitati all'incontro, evidentemente non come semplici spettatori estranei a certe realtà. Anche se nei luoghi dove è nata, condiziona pesantemente gli aspetti più intimi della vita quotidiana, la 'Ndrangheta si è diffusa su tutto il territorio e non si può far finta che certe storie siano solo degli altri e non nostre. Nessuno può sentirsi protetto per meriti "geografici".
Alla fine dell’incontro, Elide e Veronica hanno rivendicato la loro volontà di studiare, magari anche a Londra, ma poi di restare o tornare in Calabria, a Polistena e a Lamezia Terme, per dar vita a un nuovo mondo, piccolo ma certamente migliore. Un finale aperto per una serie, speriamo, di successo.