La vita sembra dover cambiare radicalmente, per Hap Collins e Leonard Pine. Il loro vecchio amico e datore di lavoro, Marvin Hanson, ha accettato l’invito del consiglio municipale ad assumere le funzioni di capo della polizia, ed è stato costretto a vendere la sua agenzia di investigazioni. A rilevarla, però, ha provveduto Brett, la magnifica infermiera dai capelli rosso fuoco che ha conquistato il cuore di Hap. Ai due investigatori a tempo perso non resta che riprendere l’antico mestiere per una padrona che li adora, ma che neanche esita a tiranneggiarli. E basta il primo incarico, un’indagine su una ragazza fin troppo piacente scomparsa anni prima in circostanze misteriose, perché i guai arrivino a frotte, tra venditori d’auto antiche che vendono ben altro, scagnozzi della Dixie mafia e una famiglia di fratelli pazzi dal coltello facile.
Joe Richard Harold Lansdale (Gladewater, Texas, 28 ottobre 1951) scrive romanzi, racconti, fumetti, attraversando tutti i generi dall’horror alla fantascienza. All’attività letteraria affianca la scrittura per il cinema e la televisione.
Poco dopo la nascita, la sua famiglia si trasferisce a Nacogdoches, piccola città protagonista di alcuni dei suoi romanzi e dove tutt’oggi vive con la moglie Karen, anch’essa scrittrice, e i figli Keith (reporter e co-sceneggiatore di Christmas with the Dead) e Kasey (attrice e soprattutto musicista). Più in generale è il Texas il luogo dove sono ambientate le sue storie. In un’intervista nella trasmissione Wonderland su Rai4, Lansdale descrive in questo modo il Texas: «È uno stato mentale, è quello che vuoi che esso sia: ecco cos’è il Texas, ed è per questo che è così affascinante. Si tratta di uno stato così grande e vasto, e anche molto vario: ci sono alberi e acqua in alcune aree, ci sono zone paludose, altre senza montagne, aree desertiche; quindi è possibile imprimere qualsiasi cosa su questo territorio. È anche una sorta di posto mitologico per via di tutti i film, i libri e i racconti fantastici che lo coinvolgono».
Nel 1973, a ventun anni, pubblica, assieme alla madre, un articolo di argomento botanico che vince un premio giornalistico. Da quel momento, scrive su varie riviste numerosi racconti, spesso di fantascienza e di genere horror.
L’esordio vero e proprio, però, risale al 1980. Anno nel quale viene pubblicato il suo primo romanzo: Act of Love (Atto d’amore). Inizia così a dedicarsi a tempo pieno all’attività di scrittore, dopo che negli anni precedenti aveva svolto i lavori più disparati (contadino, buttafuori in locali pubblici, bidello, operaio in fabbrica e tanti altre cose). Tra il 1985 e il 1991 realizza tre libri della serie M.I.A. Hunter sotto lo pseudonimo di Jack Buchanan, nome deciso dall’ideatore della pubblicazione, Steve Mertz.
Scrive senza sosta. La sua produzione vanta decine di romanzi e centinaia di racconti, adattamenti a fumetti, graphic novel, storie di Batman, Superman, Tarzan, sceneggiature, spaziando tra quasi tutti i filoni principali della cosiddetta "narrativa di genere" e molte volte mescolandoli tra loro: horror, thriller, western, fantascienza, fantastico, weird, parodie, mystery.
Niccolò Ammaniti, in un dialogo uscito su «la Repubblica» il 10 maggio 2014 a cura di Maurizio Crosetti, lo definisce così: «Lui è unico, e non è uno soltanto». Allora Lansdale controbatte: «Sono una creatura mutante, mi piace cambiare forma e imbrogliare. Dipende anche dal mio umore e dalla paura della noia. Io sono tanti scrittori in uno per non annoiarmi». «Tutte le forme di Joe - replica Ammaniti -, però, possiedono un fortissimo senso dell'umorismo che va oltre i generi».
In un’intervista concessa a Beppe Sebaste su «l’Unità» il 7 settembre 2005, Lansdale risponde: «Credo che l’esistenza dei generi sia soprattutto una necessità di mercato. Per commercializzare un prodotto bisogna dargli un’etichetta. Poi ci sono ovviamente le inclinazioni degli autori. Ma catalogare un romanzo come appartenente a un genere è una debolezza. Preferirei decisamente non esserlo».
Tra gli scrittori che lo hanno influenzato, Lansdale cita spesso Edgar Rice Burroughs, Mark Twain (forse il più amato) e Jack London, ma anche Ray Bradbury e Fredric Brown.
Lansdale è affettuosamente chiamato dai suoi appassionati Champion Joe, a causa della sua più che quarantennale pratica delle arti marziali. Sin da bambino apprende dal padre i primi rudimenti di boxe, wrestling e jujitsu. In seguito pratica il judo e il taekwondo. Nel gennaio del 1997 apre la sua scuola, e conia un metodo d’autodifesa, lo Shen Chuan, uno stile riconosciuto a livello internazionale.
Frequentatore assiduo dell’Italia, il primo romanzo a essere tradotto, nel 1993, è La notte del drive-in. In precedenza il suo nome era apparso in qualche raccolta di racconti di autori vari. Ma dal 1993 è stato vero amore, al punto che quest’anno esce prima in Italia, per Einaudi, e poi negli Stati Uniti, Honky Tonk Samurai, nuova avventura della coppia Hap e Leonard. In passato sono usciti prima in Italia e successivamente nel mercato statunitense: Echi perduti nel 2006 (Lost Echoes, 2007) e La ragazza dal cuore d'acciaio nel 2007 (Leather Maiden, 2008).
Se il ciclo del "Drive-in" consta di tre episodi (per la possibile trasposizione cinematografica vede bene come registi, Stuart Gordon, Don Coscarelli o Sam Raimi), il celebre duo Hap e Leonard, che presto approderà in televisione (grazie a SundanceTV) con la complicità di Jim Mickle (già regista e co-sceneggiatore di Cold in July) e Nick Damici (altro co-sceneggiatore di Cold in July), è protagonista di dodici storie tra romanzi (nove a partire dal 1990 con Savage Season) e racconti: «Non riesco proprio a lasciare stare questi due ragazzi. Ci ho provato ma loro tornano sempre indietro tirandomi le lenzuola e sussurrandomi: scrivimi...scrivimi». Hap Collins è bianco, tra i quaranta e i cinquanta, idealista, riflessivo, spirituale, antimilitarista ma con una mira infallibile, sempre innamorato della donna sbagliata. Leonard Pine è afroamericano, gay, repubblicano, sempre arrabbiato, amante dei biscotti alla vaniglia e pronto a difendere a cazzotti i suoi diritti.
Dell’umanità che appare nelle sue storie e dei suoi lavori racconta nell’intervista a Sebaste: «Sono consapevole e contento di dare voce a persone che finirebbero per essere definitivamente cancellate nelle nostre società. Provo da sempre fascinazione e interesse per tutto il sottobosco umano e la vita di chi è ai margini, anche perché io stesso sono stato povero, e so che cosa vuol dire essere degli emarginati, e continuo a provare una grande solidarietà per i loro destini in una società come la nostra. Quanto all’assurdità delle mie storie, delle azioni dei miei personaggi, è vero, penso che l’assurdo sia il motore del mondo. Del resto le mie storie sono tanto più assurde quando trascrivo precisamente sulla pagina scene che avvengono nella realtà, però esagerandole, rendendole più gradi e assurde per rendere più fedelmente l’assurdità che vedo nelle scene di tutti i giorni. Il senso dell’assurdo fa parte del mio modo di essere, la vita mi sembra assurda e così si rivela nel mio modo di scrivere. Forse, la ragione per cui percepisco in questo modo le cose è che sono cresciuto a latte e cartoni animati della Warner Bros».
Sostenitore della pena di morte per certi crimini, è intervenuto anche sulla stampa italiana contro l’uso e la possibilità di acquistare facilmente le armi. Ha criticato la presidenza Bush Jr e ha votato per due volte Barack Obama, anche se dopo i tragici episodi di Ferguson e Staten Island e successivamente l'omicidio di due poliziotti a Brooklyn, ha dichiarato: «Obama non è stato capace di fare così bene come molti di noi speravano. C'è il problema economico che rimane grave. E c'è un problema di incomprensione culturale tanto più dove diverse etnie convivono, ma non si mischiano. Poi c'è questa atavica diffidenza verso la polizia e della polizia verso tutti coloro che sono minimamente sospetti anche se innocenti. Siamo una società fondata sulla paura. E la paura porta a reazioni spropositate».
Oltre a un successo di pubblico planetario, Lansdale riceve numerosi premi, tra cui dieci Bram Stoker Award. Nel 1990 gli viene consegnato il British Fantasy Award per il racconto On the Far Side of the Cadillac Desert with Dead Folks (Nel deserto delle Cadillac, con i morti). Nel 2000 il Mystery Writers of America, gli assegna per The Bottoms (Sotto gli occhi dell’alligatore, e successivamente tradotto col titolo In fondo alla palude), l’Edgar Award per il Miglior Romanzo. Nel 2011 riceve anche il Premio Grinzane Cavour.
Al di là dei premi, Lansdale ama quello che fa come afferma nel dialogo curato da Crosetti citato in precedenza: «Non esiste nessuna sofferenza per me! Scrivere rimane la cosa più bella al mondo, forse perché ho sempre il terrore inconscio di dover tornare in fabbrica. Chi nasce povero, come me, povero rimane anche se ha avuto fortuna. Tutte le mattine mi alzo contento, vado a fare una cosa magnifica e per farla mi pagano pure. Perciò mi guardo allo specchio e mi dico Joe, che bel figlio di puttana felice che sei».