XXV edizione
8/13 Dicembre 2015

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La macchinazione. Pasolini, la verità sulla morte
Rizzoli

«Beati voi che siete tutti contenti quando potete mettere su un delitto la sua bella etichetta». Con queste parole cariche di profetico sarcasmo, Pasolini liquidava i suoi colleghi giornalisti e intellettuali. E lo faceva poche ore prima di essere ucciso e diventare lui stesso uno di quei delitti etichettabili, carne da prima pagina e niente più. All’indomani della sua morte, quasi tutti i giornali trovarono il modo più remunerativo per presentare il caso: Pasolini era stato ammazzato dal povero ragazzo che aveva tentato di violentare. L’opinione pubblica abboccò e così, quella notte del 1975, Pasolini fu ucciso due volte: prima dalle mani di chi lo aveva aggredito, poi da quelle di chi ne ha per sempre cancellato il ricordo. Nel quarantesimo anniversario del delitto Pasolini, David Grieco, che dello scrittore fu amico e collaboratore, racconta con un film (in sala nel 2016) e un libro le circostanze di una morte ancora oggi avvolta nel mistero. Se il film ricostruisce la spaventosa rete di complicità che si nasconde dietro al delitto, nel libro l’autore ripercorre le tappe di un caso giudiziario complesso, presentando prove, testimonianze e aspetti investigativi i cui risvolti si protraggono sino a oggi, come descrive accuratamente nella postfazione del libro, Stefano Maccioni, l’avvocato che dal 2009 lotta per fare luce sull’intera vicenda. Attraverso una vivida ricostruzione dei fatti e dei suoi ricordi personali, Grieco riporta alla luce le possibili incongruenze e parzialità della pista del delitto a sfondo sessuale per sostenere la tesi di un movente ben più complesso. Sullo sfondo il misterioso furto del negativo di Salò o le 120 giornate di Sodoma, l’ipotesi del riscatto, la criminalità organizzata, le sue accuse alle complicità politiche e le sue indagini per l’ultimo romanzo incompiuto, Petrolio.

David Grieco muove i primi passi nel cinema prima come attore in film di Zeffirelli, Pasolini e Bertolucci, poi come assistente alla regia. Oltre a dirigere documentari e spot pubblicitari, collabora alla scrittura di due sceneggiature per Sergio Citti: Mortacci (1989) e I magi randagi (1996). Lavora anche alla sceneggiatura di Caruso Pascoski di padre polacco (1988) di Francesco Nuti. Per molti anni scrive di cinema e musica su «l’Unità» e pubblica numerosi saggi; è autore di programmi come Hollywood Party e Radio City Cafè. Nel 2004 scrive, dirige e co-produce il suo primo lungometraggio, Evilenko (presentato a Courmayeur), tratto dal suo romanzo Il comunista che mangiava i bambini.